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Bergamo, la lotta all’amianto si fa in volo: droni per mappare la città

L’assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo Leyla Ciagà, quello della Regione Lombardia Claudia Terzi, il direttore tecnico scientifico di ARPA Lombardia Giuseppe Sgorbati e il direttore del dipartimento di prevenzione sanitaria di ATS Bergamo Bruno Pesenti hanno presentato mercoledì una convenzione per la rilevazione di amianto nella città di Bergamo.

Bergamo

L’accordo stipulato si baserà sul lavoro sinergico degli enti coinvolti, al fine di raggiungere tre obiettivi comuni. In primo luogo la realizzazione di una mappatura dettagliata, in grado di fornire indicazioni sulle zone interessate e sul rispettivo grado di deterioramento dell’amianto. La conoscenza puntuale del territorio d’azione rappresenta uno step fondamentale per la buona riuscita delle fasi successive, ossia la creazione di una banca dati condivisa per permettere il dialogo tra i database già esistenti, ma indipendenti tra loro e la successiva programmazione degli interventi di bonifica secondo la normativa vigente.

La campagna campionaria effettuata dall’ARPA nel 2007 ha registrato un volume totale di 2.832.473 metri cubi di coperture in cemento-amianto presenti nella Regione Lombardia, di cui 320.010 appartenenti alla sola provincia di Bergamo. Non tutto il materiale in questione è da considerarsi pericoloso, ma quello in avanzata fase d’usura necessita interventi immediati per impedire il mescolamento delle polveri d’amianto con l’aria.

La mappatura aggiornata del 2012 ha riscontrato una diminuzione del 27,3% di rifiuto d’amianto, grazie a una serie di interventi mirati quali l’installazione di pannelli fotovoltaici, di coperture bonificate, incapsulate o sovracoperte e di demolizioni. Nel solo comune di Bergamo si è registrato addirittura un -46,6% di coperture d’amianto dal 2007 al 2016. Durante il censimento fatto dall’ATS Bergamo sono giunte segnalazioni di circa 13mila immobili da bonificare, ai quali andrebbero aggiunti quelli non “denunciati” volontariamente.

Nell’immediato futuro si punta, dunque, alla creazione di una banca dati unica da realizzarsi entro la fine del 2017. Per la prima volta, inoltre, si sfrutterà l’incrocio tra i dati del censimento raccolti dall’Agenzia di Tutela della Salute e i dati d’osservazione dell’ARPA per ottenere una mappatura dettagliata con l’utilizzo di nuove tecnologie, in particolare di due droni, uno in grado di riprendere ampie superfici di territorio e l’altro progettato per muoversi in altezza al fine di effettuare tele-rilevazioni mirate. Se il lavoro dei droni sarà soddisfacente e supererà la fase sperimentale fornendo dati accurati, per il 2018 è prevista l’estensione degli interventi di bonifica alla totalità del territorio.