Home Bonifiche Bonifiche territorio italiano, il Generale Vadalà in prima linea: “Serve una cultura”

Bonifiche territorio italiano, il Generale Vadalà in prima linea: “Serve una cultura”

Le bonifiche del nostro territorio non sono di certo un lusso, bensì un imperativo per poter migliorare l’ambiente del nostro Paese

Il Generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà, Commissario Straordinario per le bonifiche delle discariche abusive al termine del convegno “Bonifica dei siti inquinanti” che si è tenuto al Senato ha detto che “Serve una cultura delle bonifiche, per cui dobbiamo capire che non è un lusso farle, è una questione culturale non solo economica”

Secondo i dati ISPRA sono 41 i siti d’interesse nazionale SIN oltre ai 30.000 territori. Un lavoro immane senza dubbio, ma che non possiamo cancellare dalle nostre priorità.

Quest’importante lavoro si dovrà svolgere nei prossimi anni e non deve essere considerato come un lusso, bensì come una priorità. Il Generale fa notare quanto sia diventato attuale l’articolo 44 della Costituzione, che era pensato per la semplice bonifica e recupero dei territori malsani, da utilizzare per coltivare. Vadalà a tal proposito afferma che “Oggi questo è ancora più indicato perché dobbiamo bonificare da uno sviluppo di cui tutti abbiamo goduto e quindi bonificare per iniziare un altro pezzo di storia del nostro paese”.

Il Generale Vadalà afferma che degli 81 siti dove sono state individuate delle discariche abusive, 37 sono stati bonificati o messi in sicurezza. Sugli altri 44 si prevede una conclusione dei lavori entro il 2022. Si può dire che l’opera è circa a metà e si tratta di un risultato positivo, dato che nei 30 mesi che mancano, si raggiungerà l’obiettivo finale.

I fondi statali impiegati non sono a fondo perduto. L’ingente somma impiegata ci porta da un ritorno in termini di disinquinamento e si recupero dei territori lasciati all’incuria. Infatti è bene ricordare che la terra a nostra disposizione non è infinita. Inoltre quest’opera ci porta a recuperare delle risorse economiche, che non andranno più a coprire le sanzioni che ci vengono comminate dall’UE.

Il Generale ha concluso il suo intervento ricordando che in base ai dati forniti dal Sistema nazionale di protezione ambientale Snpa, molte sono le zone in stato critico “Sicuramente non solo il sud ma zone industrializzate come lombardia e veneto hanno lasciato delle ferite sul territorio. Anche nelle zone rurali e montane, dove si pensava che le discariche non ci fossero, ci sono ferite su cui si deve lavorare”.