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Demolizioni pericolose sotto la lente di Shipbreaking Platform

Sono state in totale 220 le navi avviate alla demolizione nel secondo trimestre del 2018. Di queste, 169 unità sono state vendute ai cantieri che smantellano sulle spiagge dell’Asia meridionale con metodi pericolosi per l’ambiente e per le persone. Lo riferisce nel dettaglio il South Asia Quarterly Update, il bollettino trimestrale pubblicato dalla ong Shipbreaking Platform, che si batte per la difesa dell’ambiente e per il rispetto dei diritti dei lavoratori che operano nel settore delle demolizioni navali.

Tra aprile e giugno, si legge nel report dell’associazione con sede a Bruxelles, 6 lavoratori hanno perso la vita e 7 sono stati gravemente feriti mentre lavoravano alla demolizione di navi a Chittagong, in Bangladesh. Un altro lavoratore è stato dichiarato morto dopo un incidente in un cantiere navale di Alang, in India. Finora quest’anno, le fonti della piattaforma hanno registrato 18 morti e 9 feriti nell’Asia meridionale.