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Elezioni europee 2019: che fine fanno le schede elettorali?

In occasione delle prossime votazioni ne verranno stampate oltre 66 milioni, un ammasso di carta che, una volta svolto il suo compito, non perde la sua utilità

Oltre ai milioni di italiani chiamati a esercitare un diritto e dovere civico, c’è un altro protagonista, più silenzioso, che entra in scena durante le elezioni europee del prossimo 26 maggio: è la carta delle schede elettorali. Una grande quantità di materiale che, in un’ottica di economia circolare, può rivelarsi una preziosa risorsa e trasformarsi in nuova materia prima da inserire nei cicli produttivi.

L’Istituto Poligrafico dello Stato ha stabilito un modello di schede elettorali che prevede l’utilizzo di carta copiativa riciclabile della grammatura di 90 grammi al metro quadrato. Inoltre, la regola impone che ad ogni consultazione elettorale il numero di schede elettorali stampate equivalga a quello del corpo elettorale rilevato 45 giorni prima del voto a cui va aggiunto un 30% di schede in più come scorta (10% per le singole sezioni elettorali, 10% da consegnare ai Comuni, 10% da conservare presso le prefetture). Sulla base del corpo elettorale individuato dal Ministero degli Interni (circa 51 milioni di elettori, compresi quelli delle circoscrizioni estere*), saranno quindi oltre 66 milioni le schede elettorali stampate per la votazione del 26 maggio.

La quantità di carta utilizzata durante ogni elezione è enorme, ma la buona notizia è che si può recuperare”, commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco (Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi a base cellulosica). “I tempi di avvio al riciclo sono piuttosto lunghi. Per legge le schede elettorali stampate possono tornare in cartiera dopo 5 anni dalla consultazione. Solo oggi possiamo finalmente riciclare quelle utilizzate nelle ultime elezioni europee del 2014“.

Nel caso delle europee del 2014, si tratta di oltre 65 milioni di schede elettorali, su un corpo elettorale di oltre 50 milioni di italiani*. Nel 2024, invece, vedremo tornare a nuova vita le schede elettorali stampate in occasioni delle prossime elezioni di maggio.

Il vicino appuntamento alle urne rappresenta, quindi, anche un’ottima occasione di riflessione sull’attuale situazione europea in materia di gestione e riciclo dei rifiuti. Grazie alle direttive UE approvate lo scorso anno, l’Europa si sta muovendo sempre più verso un modello di economia circolare, ponendosi target ambiziosi. La nuova legislazione prevede, infatti, che entro il 2025, almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali debba essere riciclato. L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035.

In particolare, per carta e cartone, l’obiettivo di riciclo è del 75% entro il 2025 e dell’85% entro il 2030. Oggi l’Italia è leader europeo nel settore con un tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici dell’80% e con una media di 10 tonnellate di macero riciclate al minuto.

*fonte archivio storico delle elezioni – Ministero degli Interni