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Forum Compraverde 2018, diffusi i dati ufficiali del monitoraggio Unioncamere-Legambiente sull’attuazione del GPP negli acquisti e negli appalti verdi

Il 70% delle amministrazioni applica almeno un criterio ambientale minimo, ma la strada è ancora lunga. Il Ministro Costa: “Abbiamo dodici anni prima che sia troppo tardi”. Falocco (Ecosistemi): “Soddisfatto dell’impegno, ma adesso ci vuole applicazione concreta tramite formazione alle pubbliche amministrazioni”.

Si è aperto oggi al Salone delle Fontane di Roma il Forum CompraVerde-BuyGreen 2018, giunto alla dodicesima edizione, promosso dalla Fondazione Ecosistemi in partnership con il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Regione Lazio, Legambiente, Agende21 Locali, Unioncamere e Banca Etica.

L’Osservatorio Appalti Verdi di Legambiente ha interpellato tutti i comuni capoluogo di provincia, in totale 104 amministrazioni di cui solo 54 hanno risposto. I criteri ambientali minimi maggiormente utilizzati dai comuni vanno da quelli relativi all’uso della carta (62,5%), all’attrezzatura elettronica (39,3%), alla gestione delle pulizie (41,1%), la cancelleria (26,8%) e la ristorazione collettiva (23,2%). Irrisoria la percentuale di amministrazioni che applicano i CAM nell’edilizia: 7,1%. Il comune “medaglia d’oro” per l’applicazione dei criteri minimi ambientali è Bergamo, seguito ex-aequo da Pavia e Vicenza. L’unico capoluogo di provincia del Sud in classifica è Palermo, mentre da citare per il Nord anche Bologna, Brescia, Mantova, Parma; al Centro si distinguono Firenze, Prato, Perugia, Macerata e Pesaro.

Legambiente ha poi rivolto la sua attenzione anche verso i cosiddetti Comuni Ricicloni, in totale 1048 amministrazioni coinvolte volontariamente: ben il 30% di loro non applica i CAM, anche se il dato di chi ne applica almeno uno (70%) fa sicuramente ben sperare. “Abbiamo deciso di avviare come Legambiente, insieme alla Fondazione Ecosistemi – ha spiegato Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio – , una grande campagna di monitoraggio civico e di promozione del GPP. È decisivo cambiare segno alla spesa pubblica, perché sia motore di sostenibilità ambientale e sociale”.

Grazie a Unioncamere in collaborazione col Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, poi, è stato possibile sondare le abitudini di oltre 3200 imprese per un totale di oltre 1100 partecipanti. Ciò che viene fuori è un quadro abbastanza chiaro: in generale, il GPP non viene ancora percepito come uno strumento di orientamento del mercato alla sostenibilità. In poche parole, viene ancora guardato con un minimo di “diffidenza”. Infatti solamente il 47% delle aziende ha integrato la variabile ambientale nelle proprie strategie. Per quanto riguarda l’effettiva attuazione di una gestione ambientale sostenibile, il 55% sta adottando atteggiamenti attivi nei confronti dei propri fornitori, il 75% si è dotata di una certificazione ISO 14001. Ma perché le aziende scelgono di adeguarsi all’articolo 34 del nuovo codice appalti, che in Italia ha reso obbligatoria l’applicazione del GPP? Soprattutto per prevenire i rischi e rispettare la legge (70%).

Intervenuto all’apertura del convegno, il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha ribadito il monito che arriva dall’accordo di Parigi. “Dobbiamo dare seguito a quell’accordo e andare anche oltre – ha spiegato infatti come Italia abbiamo chiesto il taglio delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030, eravamo solo noi la Francia e la Svezia. Alla fine ci siamo accordati sul 35%. In ogni caso, o si cambia atteggiamento subito o manca poco tempo prima che la situazione diventi ancor più critica”. “La settimana prossima – ha poi aggiunto a margine il Ministro, rispondendo a una domanda sulla questione rifiuti a Roma – non ci sarà l’incontro tra Comune, Regione e prefetto ma è importante che si stia andando avanti: stiamo cominciando ad accorciare le distanze, e cominciando un percorso”.

All’apertura ufficiale del Forum, il presidente della Fondazione Ecosistemi Mauro Pantaleo ha voluto esprimere tutta la sua gratitudine per quanto realizzato fino ad oggi, ma ha anche lanciato un monito importante: “Quello che raccontavamo nel 2007 quando iniziammo il Forum – ha spiegato – era una facile previsione di ciò che sta succedendo oggi. Bisogna convertire la nostra economia in senso ecologico e sociale, affinché diventi un’economia più giusta. Il cambio di rotta è fondamentale e urgente: abbiamo dodici anni davanti a noi o sarà tardi. Ogni giorno in Italia vengono investiti 465 milioni di euro in acquisto di beni, servizi e opere pubbliche: dobbiamo far sì che tutti questi soldi vengano spesi con una mentalità responsabile”.

E’ intervenuta durante il convegno d’apertura anche l’Assessora all’Ambiente della Regione Lazio, Enrica Onorati: “Sono contenta del fatto che questo appuntamento – ha esordito – stia crescendo negli anni come cresce la consapevolezza nei confronti del rispetto dei criteri ambientali. Voglio poi rappresentare in quest’occasione l’impegno rinnovato e imprescindibile della Regione ad essere sempre più un’istituzione green”.

Soddisfatto, ma in parte, il direttore della Fondazione Ecosistemi, Silvano Falocco: “I dati pubblicati oggi dimostrano l’attenzione delle imprese alle prestazioni ambientali – ha dichiarato – ma la difficoltà a renderle concrete rimangono. Sul lato delle pubbliche amministrazioni, la conferma del Ministro Costa circa l’impegno sul GPP è fondamentale. Ora però serve formare e assistere le PA all’adozione dei criteri ambientali minimi obbligatori”.

Il Forum prosegue nel pomeriggio ancora con molti appuntamenti, tra i quali il workshop sui diritti umani e sociali negli appalti pubblici, un tavolo di lavoro curato dal progetto GreenFEST sui criteri ambientali per le attività culturali e ovviamente, subito dopo le 15, con la consegna della prima edizione del Premio Social Procurement.

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