Home Rifiuti In Slovenia l’economia circolare parla italiano con il riciclo del Tetra Pak

In Slovenia l’economia circolare parla italiano con il riciclo del Tetra Pak

Con progetto sul Tetra Pak dell'azienda Lucart la carta per uso igienico e sanitario è riciclata

In Slovenia, a Novo mesto, la carta per uso igienico e sanitario utilizzata nelle strutture comunali e nelle scuole è firmata ‘economia circolare’: nasce infatti dal riciclo dei cartoni per bevande tipo Tetra Pack grazie al quale è possibile realizzare nuovi prodotti. Una vera e propria best practice che parla italiano, quella del progetto “Municipal material flow cycle of Beverage Cartons – Novo mesto” avviato nel 2015 in fase pilota dalla Lucart, gruppo industriale nato in provincia di Lucca nel 1953.

L’iniziativa è nata con l’obiettivo di sviluppare nell’area urbana di Novo mesto un sistema di economia circolare, duraturo e replicabile a livello internazionale, attraverso il recupero e la trasformazione dei cartoni per bevande in nuovi prodotti in carta. Il progetto ha coinvolto 14 istituti scolastici dell’area urbana di Novo mesto. Risultato: oggi il 35% delle strutture pubbliche di utilizza carta igienica realizzata da cartoni per bevande e continuerà a farlo anche in futuro.

Un modello virtuoso nato dalla collaborazione tra Lucart e Tetra Pack che ha dato vita al progetto Fiberpack, nome della nuova fibra ricavata dal recupero delle fibre di cellulosa presenti nei cartoni per bevande tipo Tetra Pak. Da uno solo di questi contenitori è possibile infatti ricavare il 74% di fibre di cellulosa, oltre al 22% di polietilene e al 4% di alluminio, recuperando il 100% dei componenti.

In soli 4 anni, dal 2013 al 2016, grazie al progetto sono stati raccolti oltre 2,8 miliardi di cartoni per bevande tipo Tetra Pak da 1 litro (che stesi uno dopo l’altro coprono una distanza pari a 16 volte il giro della Terra); salvati più di 1,2 milioni di alberi (pari a una superficie di più di 4.200 campi da calcio); evitate oltre 73.000 tonnellate di Co2 equivalente (pari alle emissioni prodotte da più di 578.000 viaggi in auto Roma-Milano).

Risultati importanti, ma l’azienda guarda al futuro. “Continueremo a portare avanti questo impegno con grande responsabilità con l’obiettivo di raddoppiare, entro il 2020, quanto fatto nel 2016, arrivando a recuperare 1 miliardo e mezzo di cartoni per bevande all’anno“, annuncia Guido Pasquini, direttore commerciale di Lucart.

Il punto di partenza è la raccolta differenziata. I contenitori, piegati e compressi dopo aver eliminato i residui alimentari, vengono avviati al processo che li trasformerà da rifiuto in materia prima seconda. Previa sterilizzazione e trattamento meccanico dei cartoni raccolti, vengono separate le fibre di cellulosa da tutti gli altri materiali. Le fibre recuperate attraverso questo processo sono la base per la realizzazione del Fiberpack, il materiale con cui vengono realizzati prodotti in carta certificati Eu Ecolabel.

Dal corretto riciclo di un contenitore in cartone tipo Tetra Pak si ottengono, oltre alla cellulosa, materiali come il polietilene e l’alluminio, utilizzati per ricavare l’AL.PE., un materiale recuperato e riutilizzato dalle industrie manifatturiere per numerosi usi, dall’edilizia all’arredo urbano, da oggetti di uso comune come penne e righelli ai pallet per il trasporto delle merci, dai sistemi di dispensazione degli asciugamani nei bagni ai pali di ormeggio nautico di Venezia.

Il progetto Fiberpack è stato premiato nell’ambito della 14esima edizione del “Sodalitas Social Award 2016” con il riconoscimento “Best in Class”, il più prestigioso premio sulla sostenibilità d’impresa in Italia, e ha ottenuto nello stesso anno anche il premio “Non Sprecare” nella categoria “Aziende” grazie al proprio approccio all’economia circolare e ai consumi in ottica innovativa e sostenibile.