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India, a Nuova Delhi vietata la plastica usa e getta

Il bando deriva da una norma entrata ufficialmente in vigore nel 2017 per far fronte alla produzione record nel Paese di questo tipo di rifiuti.

Con il nuovo anno è arrivata l’ufficialità: l’India dice stop alla plastica usa e getta a partire dalla capitale del Paese, Nuova Delhi, dove viene vietata ogni forma monouso di questo materiale. Nello scorso dicembre il “National Green Tribunal” aveva dato il via libera alla relativa norma, entrata in vigore nel 2017. La nuova legge appare come la logica conseguenza di una produzione di rifiuti da record: il Paese asiatico infatti è responsabile del 60% delle quasi nove milioni di tonnellate di plastica rilasciati ogni anno negli oceani del nostro pianeta, stando a quanto riporta il “Times of India”.

Questa decisione, oltre ad allineare il Paese a quello che è il trend generale a livello globale per lo smaltimento della plastica, è maturata anche per contrastare altri fenomeni collegati. Se da una parte ci sono i livelli record di produzione di questo tipo di rifiuti che ogni anno avvelenano i mari del pianeta uccidendone la fauna, dall’altra a peggiorare la situazione c’è anche l’inquinamento atmosferico provocato dai roghi illegali di questi materiali plastici. La norma è già in vigore a partire dal mese di gennaio e, come riporta “The Independent”, è accompagnata da un invito da parte del tribunale a prendere ulteriori provvedimenti: “Il governo di Nuova Delhi deve adottare misure per la conservazione e l’uso dei materiali plastici”. Un’esortazione ad agire che non vale solo per le istituzioni pubbliche, ma anche per i privati. Per il mancato rispetto della norma sono previste anche pene pecuniarie a compensazione del danno ambientale: come riporta il “Times of India” ci saranno sanzioni di 10mila rupie (circa 137 euro) per tutti gli esercenti commerciali che getteranno rifiuti in luoghi pubblici.

Ogni anno in India, a causa dell’inquinamento atmosferico, muoiono circa 1,2 milioni di persone. Tutte le città del Paese superano largamente i limiti dei livelli di polveri sottili fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità. L’emergenza ha raggiunto il suo picco nello scorso novembre quando il governo di Nuova Delhi ha imposto la chiusura di 1.800 scuole elementari a causa dell’allerta smog. E senza dubbio la combustione dei rifiuti alimenta la gravità di una situazione non più sostenibile. Non è un caso, infatti, che la norma entrata in vigore quest’anno sia nata anche dalla problematiche dal punto di vista ambientale provocate da tre discariche locali dove vengono inceneriti i rifiuti: Okhla, nell’area industriale a nord di Nuova Delhi, Bhalswa nell’area sud e Gazipur nell’area est della città.

Stando a quanto riporta Greenpeace, sono diversi i Paesi che si sono mossi per fronteggiare il problema dello smaltimento della plastica. Tra questi c’è proprio uno stato indiano, Karnataka, che ha anticipato Nuova Delhi di diversi mesi, bandendo la plastica a partire da marzo del 2016. San Francisco ha vietato già dal 2007 le buste di plastica per la spesa e dal 2014 anche le bottigliette per l’acqua. Coles Bay è stata la prima città della Tasmania, in Australia, a vietare le borse di plastica monouso nel 2003. E poi ci sono l’Etiopia, che dal 2011 ha emesso un divieto per prevenire la produzione e l’importazione di plastica usa-e-getta e la Francia che ha preso provvedimenti nel 2016, così come il Marocco, secondo consumatore mondiale di buste di plastica per la spesa dopo gli Sati Uniti. E l’Italia? Dal 2012 sono vietate le buste di plastica per la spesa non biodegradabili e altri sacchi similari indicati dalla norma che prevede anche sanzioni pecuniarie per chi dovesse disattenderla.

(fonte: tg24.sky.it)