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Inizia la demolizione delle Torri di Zingonia, negli anni ’60 simbolo della “città abitazione”

Sono iniziate lunedì 25 marzo le operazioni di demolizione dei sei condomini denominati Anna e Athena, le cosiddette Torri di Zingonia (Bergamo)

Le prime operazione di bonifica del sito prevedono: derattizzazione, eliminazione di infissi, grate, porte, finestre, inferriate e rimozione dei rifiuti.

Seguirà una seconda fase di rimozione e smaltimento dell’amianto dalle canne fumarie e delle coperture di eternit.

Successivamente, entro fine giugno, partiranno i lavori di demolizione vera e propria, con l’eliminazione delle partizioni e infine delle strutture portanti.

La demolizione è affidata a Vitali Spa di Ciserano che dispiegherà un escavatore da 1.200 quintali (modello CX800) dotato di un braccio con pinza idraulica lungo 47 metri, necessario per smontare pezzo a pezzo gli edifici alti 29 metri, un escavatore da 500 quintali con pinza idraulica da 50 quintali, e altri due mezzi – da 400 quintali l’uno – attrezzati con un frantumatore pneumatico da 40 quintali. I lavori dovrebbero concludesi entro 280 giorni.

Le sei Torri di Zingonia costruite intorno alla cosiddetta “fontana del Missile” alla fine degli anni Sessanta, sono parte e simbolo del progetto urbano, datato 1964, dell’imprenditore Renzo Zingone che volle realizzare una “città per i lavoratori” delle numerose industrie a cavallo tra i comuni bergamaschi di Verdellino, Ciserano, Osio Sotto, Verdello e Boltiere, dotata di tutti i servizi, che all’epoca divenne un modello di efficienza.

Zingonia, che non esiste sulle carte geografiche, prese il nome di  dal suo progettista e doveva essere una “città ideale”.

Il progetto utopico non venne mai realizzato come sulla carta e già a metà degli anni Settanta cominciò a manifestare delle problematiche.

Fortemente degradata negli ultimi anni, l’area è stata a lungo teatro di occupazioni abusive.

Ultimati i lavori di demolizione si renderà disponibile uno spazio di ventimila metri quadrati. Il lotto di terreno verrà assegnato attraverso un’asta pubblica. La destinazione d’uso è già stata modificata e non prevede più la costruzione di edifici per abitazione.