Home Ambiente Ponte Morandi di Genova: un’associazione reggiana monitora polveri e qualità dell’aria

Ponte Morandi di Genova: un’associazione reggiana monitora polveri e qualità dell’aria

A studiare gli effetti ambientali e l’impatto sulla salute pubblica dopo la demolizione è Ecoistituto, nata sull’asse tra la Liguria e la nostra città. Installate 4 centraline

Le immagini del crollo pilotato del Ponte Morandi hanno fatto il giro del mondo, ora a valutare gli effetti sull’ambiente e sulla salute pubblica è un Istituto nato dal gemellaggio tra Reggio e Genova.

Il ponte Morandi non c’è più ma adesso restano le macerie e una qualità dell’aria da monitorare attentamente. Venerdì 28 giugno alle 9.37 un’esplosione sincronizzata lungo tutto l’asse ha fatto crollare in 6 secondi quello che rimaneva di un ponte rimasto in piedi 50 anni e che il 14 agosto dell’anno scorso si era parzialmente sbriciolato provocando 43 morti. Ora restano altre macerie e un lavoro di smaltimento lungo e impegnativo. Sugli effetti di questo crollo pilotato, salutato con un lungo applauso dagli stessi genovesi, ora lavora anche Reggio. È infatti l’Ecoistituto, nato dal gemellaggio tra Reggio e Genova in collaborazione con il Coordinamento Rinascimento Genova e Che aria tira di Firenze, a valutare l’impatto ambientale.

L’Ecoistituto è un’associazione di volontari che si prefigge di tutelare la salute pubblica attraverso attività a favore di cittadini e istituzioni. Nato grazie anche al contributo dell’ex assessore reggiano Pinuccia Montanari, che ne è stata a lungo la presidente, lavora con una rete di monitoraggio, composto da 4 centraline, capaci di leggere i dati delle polveri e di pm10 nell’aria.

Al momento della demolizione secondo le rilevazioni, si è registrato un picco delle polveri sottili. Una situazione che però è rientrata e nelle ultime ore le concentrazioni medie di polveri ultrafini sono nettamente inferiori al limite giornaliero. Un monitoraggio che si può seguire in tempo reale dal sito cheariatira.it. Tra le misure da attuare immediatamente, secondo l’Ecoistituto reggiano-genovese, il lavaggio quotidiano delle strade, bagnare le macerie oggetto di rimozione, utilizzare per il loro trasporto vie alternative e non la viabilità ordinaria, aumentare e potenziare i servizi pubblici bus e treni. Sono stati ipotizzati almeno 2000 viaggi di camion per lo smaltimento. Un’ attenzione dunque alle ripercussioni e agli effetti sulla salute pubblica, mentre nelle ultime ore è stato diffuso un video della Guardia di Finanza in cui si vede il momento esatto del crollo con il tirante che cede portandosi dietro macchine e camion.