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Rifiuti urbani: Unirima con l’Antristrust contro il vincolo dei 5 anni

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L’Unione Nazionale delle Imprese del Recupero e Riciclo Maceri Unirima fa appello al Governo affinché la segnalazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sul Testo Unico Ambientale D.lgs 116/20 non venga ignorata, causando un grave danno al settore e allo sviluppo economico del Paese.

In merito alle proposte della disciplina della concorrenza, andando nella stessa direzione rappresentata più volte da Unirima negli ultimi mesi, l’Autorità ha chiesto, tra le altre cose, la modifica del comma 10 dell’articolo 238 del D.lgs 152/06 (tariffa per la gestione dei rifiuti urbani) nel quale il D.lgs 116/20 ha inserito un vincolo discriminatorio nei confronti dei gestori privati.

La nuova norma infatti prevede che le utenze non domestiche che producono rifiuti urbani ed effettuano la scelta di escludere la corresponsione della componente tariffaria rapportata alla quantità di rifiuti conferiti, siano obbligate a stipulare accordo contrattuale che li vincola al gestore del servizio pubblico per durata minima di cinque anni. Secondo l’Autorità tale previsione crea una disparità di trattamento nei confronti dei gestori privati mentre è necessario assicurare dinamiche competitive per garantire la piena applicazione del principio di concorrenza.

Le imprese dell’economia circolare condividono le preoccupazioni espresse dall’AGCM secondo cui la norma estende impropriamente la privativa su attività che devono restare in regime di mercato – dichiara il Direttore Generale di Unirima, Francesco Sicilia – Ci uniamo alla richiesta dell’Autorità, e a quelle avanzate da altre associazioni datoriali di settore, di eliminare la durate minima quinquennale degli accordi che devono stipulare le utenze non domestiche prevista nel testo unico ambientale, al fine di non ostacolare la necessaria concorrenza tra i diversi operatori e liberare le enormi potenzialità del mercato”.