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Tirreno Power, addio definitivo al carbone

Il ministro Galletti firma il decreto

La centrale della Tirreno Power di Vado Ligure cessa anche formalmente la sua alimentazione a carbone. Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha infatti firmato il decreto che riesamina l’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) all’esercizio della centrale termoelettrica della provincia di Savona aggiornandola e dunque cancellando la parte autorizzativa con il relativo quadro prescrittivo riguardante la produzione a carbone.
Lo rende noto il dicastero spiegando che il decreto del ministro dell’Ambiente giunge al termine di una complessa istruttoria e all’esito della Conferenza dei servizi del 9 novembre scorso. “Questo atto – spiega il ministro Galletti – sancisce definitivamente un nuovo corso per lo stabilimento ed è un passo in linea con gli obiettivi indicati nella Strategia Energetica Nazionale, che prevedono l’uscita dal carbone per l’Italia al 2025”.

I gruppi a carbone sono fermi dal marzo del 2014 per iniziativa della magistratura savonese che ne dispose il sequestro per presunte violazioni proprio all’Aia.
Secondo l’accusa i fumi emessi dai gruppi a carbone che avrebbero causato un aumento dell’inquinamento nonché della mortalità dei residenti e dell’aumento delle malattie respiratorie. Sotto accusa anche la mancata installazione da parte dell’azienda di centraline a camino che permettessero di monitorare in modo più efficace la composizione di quei fumi e la rispondenza ai dettami di legge.

Per questa inchiesta è stato chiesto il rinvio a giudizio di 26 persone, ex e attuali dirigenti e funzionari dell’azienda e vari componenti dei Cda. L’accusa è di disastro ambientale e sanitario colposo. Il ministero dell’Ambiente ha chiesto di potersi costituire parte civile nel procedimento: le udienze preliminari per decidere il rinvio a giudizio sono in corso. Sotto inchiesta erano finiti anche politici e amministratori locali, ma la loro posizione è stata archiviata.

Attualmente la centrale è in funzione solo in parte grazie all’alimentazione a metano. Negli anni la forza lavoro è stata pesantemente ridotta e ora all’impianto sono impiegate solo 60 persone a fronte di 800. In questi giorni è cominciata la demolizione delle ciminiere degli impianti a carbone.