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Zootecnia e direttiva nitrati, audizione in Senato del Consorzio Italiano Biogas

Gattoni, presidente CIB: “Il digestato è diverso dagli effluenti zootecnici, la Direttiva Nitrati ne tenga conto e riconosca il beneficio delle doppie colture tipiche del modello Biogasfattobene”

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Il Presidente del CIB – Consorzio Italiano Biogas, Piero Gattoni, è intervenuto il 5 marzo in audizione in Senato con le Commissioni riunite Agricoltura e Ambiente, presiedute rispettivamente dal senatore Gianpaolo Vallardi e dalla senatrice Vilma Moronese. Tema dell’intervento: la discussione generata dalla normativa sui nitrati, anche con riferimento alla situazione in Campania oggetto della deliberazione della Giunta regionale n. 762 del 5 dicembre 2017. Tale delibera individua nuove e più ampie aree vulnerabili in Regione Campania, ponendo dei limiti particolarmente restrittivi soprattutto per le aziende zootecniche insediate.

Il presidente del CIB, invitato in quanto rappresentante di un ente tecnico esperto in materia, ha approfondito la questione portando l’esperienza dei soci del Consorzio che abbinano la produzione di biogas rinnovabile alle attività agricole e di allevamento, in applicazione di un approccio agroecologico:

“Gli impianti di biogas agricolo installati nel nostro Paese costituiscono un presidio ambientale irrinunciabile perché consentono l’applicazione di una gestione attenta e virtuosa dei sottoprodotti agroindustriali e, soprattutto, dei reflui da allevamento. Questi ultimi infatti sono posti nel digestore, non all’aperto, e valorizzati per la produzione di energia rinnovabile sottoforma di biogas e biometano. Il materiale output del processo, il digestato, è un biofertilizzante che, interrato nel suolo con tecnologie innovative, si differenza dai normali effluenti zootecnici, perché l’azoto contenuto è assorbito più facilmente dalle piante con minore rischio di perdite in falda. Non solo, il modello Biogasfattobene promosso tra i nostri allevatori e agricoltori ha anche, come principio base, l’introduzione delle doppie colture che mantengono coperto il terreno tutto l’anno. Si tratta, dunque, di un raccolto aggiuntivo che ha l’effetto di assorbire ulteriormente l’azoto presente nel suolo”.

“Alla luce di queste differenze, ritengo che il legislatore debba fare grande attenzione affinché non si limiti l’attività delle aziende più virtuose nel tentativo di preservare l’ambiente dall’azione di alcuni operatori. Concordo con le Associazioni agricole quando sostengono che occorre una revisione a livello europeo della Direttiva Nitrati: è fondamentale che sia riconosciuta una resa dinamica dei terreni in base al carico zootecnico e alle colture realizzate e che venga riconosciuto il ruolo di fertilizzante del digestato”.