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Rapporto ASviS: lo sviluppo sostenibile dei territori tra disuguaglianze economiche, ambientali e sociali

+++ Oltre la metà delle Regioni e delle Province autonome ha raggiunto o evidenzia andamenti favorevoli per i Target relativi alla riduzione dei tempi della giustizia, alla diminuzione della mortalità per malattie non trasmissibili e alla diminuzione dell’abbandono scolastico.

– – – Oltre il 95% presenta invece un andamento negativo sull’efficienza energetica. Nessuna registra un trend in linea con il raggiungimento dei Target relativi alle aree marine protette e alla riduzione del consumo di suolo.

Nonostante sempre più Regioni, Province e Città metropolitane stiano pianificando le loro strategie per lo sviluppo sostenibile, l’Italia è ancora lontana dal raggiungimento dell’Agenda 2030 dell’Onu. Lo testimonia la seconda edizione del Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) “I territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, strumento unico nel nostro Paese che misura se e in che tempi il Paese e i suoi territori riusciranno a raggiungere i 17 SDGs (Sustainable Development Goals).

Il Rapporto, oltre a descrivere l’impegno delle istituzioni locali nel progettare e nel realizzare piani strategici in linea con gli Obiettivi dell’Agenda 2030, elabora una serie di indici compositi per Regioni e Province che mostrano la situazione rispetto agli SDGs e misura le distanze dai Target quantitativi per Regioni e Province autonome, Città Metropolitane e diversi gradi di urbanizzazione.

Attraverso questa pubblicazione, l’ASviS integra e completa l’analisi iniziata con il Rapporto annuale presentato a settembre. Le valutazioni confermano il forte ritardo, aggravato dalla crisi pandemica, verso l’attuazione dell’Agenda 2030 ed evidenziano come in molti casi le disuguaglianze economiche, sociali e ambientali siano in aumento nel nostro Paese.

“A meno di 10 anni dalla scadenza del piano d’azione Onu sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi, inclusa l’Italia, siamo ancora lontani da quella sostenibilità sociale, economica e ambientale di cui si avverte un urgente bisogno – ha dichiarato il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini Con lo studio presentato oggi vogliamo fornire un ulteriore strumento di riflessione per far comprendere quanto i nostri territori siano centrali per la costruzione di un futuro migliore. Il Rapporto sui territori dell’ASviS fornisce diverse proposte per mettere il Paese su un sentiero di sviluppo sostenibile ed evidenzia le tante buone pratiche che, se diffuse su scala nazionale, ci consegnerebbero un’Italia più sostenibile”.

“Viviamo in una realtà fortemente diseguale – ha poi commentato la presidente dell’ASviS Marcella MallenLa pandemia ha aggravato le disuguaglianze di reddito, ha colpito con maggiore forza le persone meno protette, come donne e anziani, e tolto speranza ai nostri giovani. È su questi temi che le istituzioni devono convergere. Grazie anche all’aiuto dei fondi del Pnrr – Piano nazionale di ripresa e resilienza -, abbiamo una possibilità più unica che rara di ridurre le tante disparità che da troppo tempo attraversano il Paese. Il Rapporto presentato dall’ASviS è uno strumento prezioso per i territori, oltre infatti a misurare le criticità è in grado di fornire informazioni utili per allocare meglio i fondi a disposizione e per attivare processi partecipativi dei cittadini”.

Regioni e province autonome

Ricordando che ogni Obiettivo dell’Agenda 2030 è composto da diversi Target da raggiungere, dall’analisi basata sulle tendenze degli ultimi anni emergono luci e ombre:

  • oltre l’80% delle Regioni e delle Province autonome ha già raggiunto o mostra trend positivi per il Target relativo alle coltivazioni biologiche;
  • oltre il 60% ha raggiunto o evidenzia andamenti favorevoli per il Target relativo alla riduzione dei tempi della giustizia;
  • più del 50% registra trend promettenti per il Target relativo alla diminuzione della mortalità per malattie non trasmissibili e alla diminuzione dell’abbandono scolastico;
  • circa il 50% delle Regioni e delle Province autonome segnala andamenti negativi per i Target relativi alla riduzione degli incidenti stradali e delle disuguaglianze nel reddito disponibile;
  • circa il 60% non raggiungerà i Target relativi: alle energie rinnovabili, all’incremento del tasso di occupazione, all’aumento della spesa per ricerca e sviluppo e alla riduzione dei rifiuti prodotti;
  • più dell’80% registra un allontanamento o un andamento negativo per i Target relativi all’aumento dell’efficienza delle reti idriche, alla riduzione della quota di giovani che non studiano e non lavorano (NEET) e alla riduzione delle emissioni di gas serra;
  • oltre il 95% presenta un andamento negativo per il Target relativo all’efficienza energetica;
  • nessuna Regione o Provincia autonoma registra un trend in linea con il raggiungimento dei Target relativi alle aree marine protette e alla riduzione del consumo di suolo.

Le Province

L’ASviS per la prima volta introduce un’analisi delle disuguaglianze tra le Province, che risultano diminuite per la salute (Goal 3), la parità di genere (5), l’acqua ed i servizi igienico sanitari (6), le città e le comunità sostenibili (11) e la produzione ed il consumo responsabili (12).

Al contrario si registra un aumento delle differenze territoriali per l’istruzione (4), il lavoro e la crescita economica (8), l’innovazione e le infrastrutture (9), gli ecosistemi terrestri (15) e la giustizia e le istituzioni solide (16).

Le Città metropolitane

Per tre Target si riscontra una situazione positiva in oltre il 50% delle città metropolitane: per i laureati, per l’efficienza energetica e per il sovraffollamento negli istituti di pena.

Al contrario, per nove Target si segnalano andamenti negativi che accomunano la maggioranza delle Città metropolitane: i feriti per incidente stradale, l’efficienza della distribuzione dell’acqua, le energie rinnovabili, il tasso di occupazione, la quota di giovani che non studiano e non lavorano (NEET), l’offerta del trasporto pubblico locale, la qualità dell’aria, la produzione di rifiuti urbani ed il consumo di suolo annuo.

I gradi di urbanizzazione

Nel Rapporto viene anche proposta un’innovativa analisi basata sulla classificazione DEGURBA di EUROSTAT. Lo scopo è mostrare la possibilità di misurare la distanza dai Target quantitativi dell’Agenda 2030, anche per aggregazioni diverse da quelle amministrative.

In particolare le città, o aree più densamente popolate, registrano andamenti promettenti per il Target relativo alla quota di laureati. Negativo il quadro rispetto al tasso di occupazione e alla percentuale di famiglie coperte dalla rete a banda larga. Critica anche la situazione dei Target riguardanti la quota di persone a rischio povertà ed esclusione sociale e la quota NEET.
Le piccole città e i sobborghi, o aree a densità intermedia di popolazione, registrano andamenti promettenti per il Target relativo all’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione. Negativo il quadro rispetto al tasso di occupazione e alla percentuale di famiglie coperte della rete a banda larga. Critica anche la situazione dei Target riguardanti il gap occupazionale di genere e la quota di NEET.

Infine, le aree rurali, o aree scarsamente popolate, evidenziano andamenti promettenti per i Target relativi alla quota di persone a rischio povertà ed esclusione sociale e all’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione. Negativo il quadro rispetto al tasso di occupazione, alla percentuale di famiglie coperte della rete per la banda larga. Critica anche la situazione del Target relativo alla quota di NEET.

Infine, il Rapporto fornisce una serie di proposte per mettere il Paese su un sentiero di sviluppo sostenibile. Per esempio, si evidenzia la necessità di un Sistema multilivello di Strategie e Agende per lo sviluppo sostenibile incardinato sugli strumenti di programmazione degli enti; occorre inoltre costruire una Strategia territoriale nazionale per la rigenerazione urbana, il consumo di suolo e i principi fondamentali per il governo del territorio; serve un’azione di coordinamento di tutti i programmi di rigenerazione urbana già finanziati, oltre all’elaborazione dell’Agenda urbana nazionale da parte del Comitato interministeriale per le politiche urbane (CIPU); va adottata l’Agenda per lo sviluppo sostenibile delle aree interne e della montagna; bisogna introdurre nei bandi del Pnrr una norma applicativa del 40% delle risorse territorializzabili per il Sud; vanno introdotti sistemi di pagamento già previsti dalla legislazione vigente per i Servizi ecosistemici e ambientali (PSEA); infine, il Rapporto sottolinea la necessità di acquistare mezzi del trasporto pubblico locale elettrici per le aree urbane e a idrogeno verde o biometano per le tratte interurbane con i contributi statali a partire dal 1° gennaio 2022.

Il Rapporto Regione per Regione.