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Ex Caffaro di Brescia a giorni il bando per la bonifica

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Sarà pubblicato entro il 15 febbraio sulla Gazzetta europea e italiana il bando di gara per la bonifica del sito Caffaro di Brescia, sotto sequestro da un anno dopo decenni di inquinamento ambientale. Il piano stanzia i primi 70,4 milioni per la messa in sicurezza e la restituzione dell’area alla città, sotto forma di parco pubblico. I primi, perché già è scontato che non basteranno, ma dal MiTE assicurano la futura disponibilità di altre risorse.

Intanto si parte. Il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, il direttore del Ministero della transizione ecologica Giuseppe Lo Presti, gli assessori all’Ambiente in Loggia (Miriam Cominelli) e in Regione (Raffaele Cattaneo), il commissario straordinario Mario Nova hanno illustrato il decreto di approvazione del progetto definitivo di bonifica che dà il via libera alla gara. Approvati pure un capitolato di appalto da 300 pagine, il bando di gara e disciplinare, lo schema di contratto e il quadro economico.

La tempistica è quella già stabilita da anni e la durata complessiva prevista è di 5 anni e mezzo (66 mesi), con collaudi e monitoraggi ambientali fino a 120 mesi.

  • 2022: procedura di gara (previsti nove mesi, salvo imprevisti amministrativi);
  • 2023: progetto esecutivo con autorizzazione e caratterizzazioni; avvio dei lavori di demolizioni degli edifici previa bonifica; predisposizione degli impianti necessari al cantiere e delle opere di assestamento dei sistemi di emungimento per la messa in sicurezza permanente della falda acquifera;
  • 2024: completamento delle opere di demolizione degli edifici e parte delle pavimentazioni e strutture interrate; installazione degli impianti per la frantumazione e soil-washing; avvio del trattamento dei terreni.
  • 2025-26: completamento delle demolizioni di strutture e impianti interrati; completamento della bonifica dei terreni anche quelli profondi; avvio della messa in sicurezza permanente;
  • 2027-28 completamento della messa in sicurezza permanente dei suoli; consolidamento finale della barriera idraulica; smantellamento impianti e chiusura del cantiere.

Con il terreno lavato mediante soil washing sarà creata una “collinetta dei veleni” protetta da teli di plastica, su cui sarà riportata terra sana per creare il parco. Il terreno troppo inquinato dovrà essere conferito in discarica o in un impianto di trattamento esterno, ma si cercherà di trattare la maggior mole di rifiuti possibile direttamente in situ.

Il nuovo Commissario Mario Nova si è dimostrato consapevole delle difficoltà e delle sorprese negative che potranno emergere da un cantiere tanto complesso. Intanto Caffaro Brescia, del gruppo Todisco di Pisa, costretta dalla Procura, sta iniziando il potenziamento del filtraggio dell’acqua di falda che risulta inquinata. Nelle rogge infatti hanno continuato ad arrivare veleni: cromo, solventi clorurati e in misura minore anche PCB.

Il sito inquinato non è soltanto circoscritto allo stabilimento: tutto il territorio ha subìto e subisce tuttora un pesante inquinamento, come accertato dall’indagine che lo scorso anno ha portato al sequestro. Solo negli anni Ottanta si iniziò a considerare la pericolosità dei rifiuti tossici delle produzioni dello stabilimento, verificando il forte inquinamento da tetracloruro di carbonio di alcuni pozzi dell’acquedotto pubblico.

Dal 2003 il sito Caffaro è diventato SIN per la contaminazione delle acque superficiali, sotterranee e del suolo da diverse sostanze organiche clorurate persistenti (principalmente PCB, diossine e furani) e alcuni metalli pesanti (soprattutto mercurio e arsenico).

Nel settembre 2016 si aprì il bando di gara per il progetto di bonifica del sito industriale Caffaro, poi affidato ad Aecom dopo un lungo contenzioso davanti al Tar e al Consiglio di Stato. Nel 2021 il sequestro e ora finalmente il bando di bonifica.