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Rifiuti di plastica in aumento, ma l’Ue avanza sul fronte del riciclo

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Secondo gli ultimi dati Eurostat, pubblicati il 27 ottobre 2025, nell’Unione europea i rifiuti da imballaggio continuano a rappresentare una delle principali sfide ambientali. Nonostante la crescita complessiva dei volumi, le statistiche mostrano progressi significativi nel riciclo della plastica e un’accelerazione verso gli obiettivi fissati dal nuovo Regolamento (Ue) 2025/40.

Rifiuti da imballaggio in aumento nell’Ue, ma cresce il riciclo della plastica

Nel 2023 nell’Unione europea sono state generate 79,7 milioni di tonnellate di rifiuti da imballaggio, pari a 177,8 kg per abitante. Sebbene ciò rappresenti una riduzione di 8,7 kg pro capite rispetto al 2022, il valore rimane superiore di 21,2 kg rispetto al 2013. Tra i materiali, il 40,4% dei rifiuti era costituito da carta e cartone e ben il 19,8% da plastica.

Secondo il rapporto Eurostat, infatti, tra il 2013 e il 2023 si è registrato un aumento di 6,4 kg pro capite di rifiuti di imballaggi in plastica. In media, nel 2023 ogni cittadino Ue ha generato 35,3 kg di rifiuti di plastica da imballaggio, di cui 14,8 kg riciclati. Il tasso di riciclo ha raggiunto il 42,1%, in crescita rispetto al 38,2% del 2013.

Belgio, Lettonia e Slovacchia si distinguono come i paesi più virtuosi, mentre Ungheria, Francia e Austria registrano i valori più bassi.

Nuovo regolamento Ue sugli imballaggi e obiettivi al 2030

Il Regolamento (Ue) 2025/40 introduce nuovi obiettivi e criteri ambientali per la gestione degli imballaggi in tutte le fasi del ciclo di vita: dalla progettazione ecosostenibile all’etichettatura, fino alla gestione a fine vita. In particolare, la normativa stabilisce che entro il 31 dicembre 2030 gli Stati membri dovranno riciclare almeno il 55% in peso dei rifiuti di imballaggi in plastica.

Secondo Eurostat, nel 2023 solo Belgio e Lettonia hanno già raggiunto questo obiettivo, mentre Slovacchia, Cechia, Germania e Slovenia si sono avvicinate.

Dal 2030, inoltre, l’Ue prevede lo stop alla commercializzazione di determinati imballaggi in plastica monouso, come quelli per frutta e verdura fresche non trasformate, per cibi e bevande serviti nei locali, monoporzioni, imballaggi monouso negli alberghi e borse di plastica ultraleggere sotto i 15 micron. Le misure rientrano in un quadro normativo più ampio, volto alla riduzione dell’impatto ambientale della plastica e alla transizione verso un’economia circolare.