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Avviata la demolizione delle ex Officine Casaralta di Bologna

Casaralta

Sono ufficialmente partite le operazioni di demolizione nell’area delle ex Officine Casaralta, segnando l’avvio di uno dei più significativi interventi di rigenerazione urbana del quadrante nord di Bologna. Dopo oltre vent’anni di abbandono e degrado, l’area di circa 50.000 metri quadrati, situata tra via Stalingrado e via Ferrarese, tornerà a vivere con un progetto che unisce memoria storica, sostenibilità e sviluppo urbano.

A dare simbolicamente inizio ai lavori di abbattimento dei primi edifici è stato il sindaco Matteo Lepore, sottolineando il valore dell’operazione anche in termini di giustizia storica: “Qui hanno lavorato centinaia di persone, molte delle quali vittime dell’amianto. Restituire quest’area alla città è anche un modo per onorarne la memoria e risarcire un territorio colpito dalla dismissione e dall’abbandono”.

Un passato industriale che torna a parlare alla città

Le Officine di Casaralta furono fondate nel 1919 come impianto meccanico per la costruzione e riparazione di materiale rotabile per le Ferrovie dello Stato. Nei decenni successivi, l’azienda diventò un punto di riferimento dell’industria ferroviaria nazionale, impiegando centinaia di operai, soprattutto tra gli anni Sessanta e Settanta. Con la crisi del settore industriale, l’attività si è progressivamente ridotta, fino alla definitiva chiusura nel 2001.

Da allora, il sito è rimasto in uno stato di completo abbandono, con strutture pericolanti, occupazioni abusive e degrado diffuso. Le demolizioni appena iniziate, che coinvolgeranno nove edifici in pessimo stato conservativo, dovrebbero concludersi entro la fine del 2025, aprendo la strada alla fase di costruzione, prevista per la primavera 2026.

Un nuovo quartiere per la Bologna del futuro

Il progetto di riqualificazione, promosso dalla società privata Taurus S.r.l. insieme a Casaralta S.r.l., prevede la nascita di un nuovo comparto urbano a funzioni miste: residenziale, ricettivo e commerciale. Il piano urbanistico punta a trasformare radicalmente il volto dell’area, oggi completamente impermeabilizzata, riducendo al 30-35% le superfici coperte da cemento e restituendo circa il 70% dello spazio alla cittadinanza.

Cuore del nuovo assetto sarà un parco urbano di circa due ettari, accompagnato da un ettaro di parcheggi pubblici, percorsi ciclopedonali e aree verdi attrezzate. Verranno inoltre realizzate due ciclopedonali strategiche: una collegherà via Ferrarese a via Stalingrado, l’altra unirà l’area della Caserma Sani con via Casoni, migliorando così la connessione tra i quartieri Navile e San Donato.

Tra le nuove funzioni previste ci sono abitazioni per famiglie, uno studentato, attività commerciali e spazi di socialità. L’intervento si inserisce nel più ampio progetto del TEK District (Technology, Entertainment, Knowledge), che prevede la rigenerazione complessiva di 277 ettari lungo l’asse di via Stalingrado, in un contesto che comprende il Tecnopolo, la Fiera di Bologna, Hera, Unipol e la sede dell’ECMWF – il Centro meteo europeo.

Un esempio di rigenerazione urbana partecipata

L’assessore all’Urbanistica Raffaele Laudani ha definito l’operazione, dal valore stimato di circa 200 milioni di euro, “un esempio virtuoso di rigenerazione urbana”, sottolineando come “interventi di questa portata siano fondamentali per riconnettere le parti di città e costruire una Bologna più inclusiva e sostenibile”.

Nei prossimi mesi la proprietà presenterà una proposta di coinvolgimento attivo della cittadinanza, aprendo un processo partecipativo per condividere i contenuti del progetto e accogliere osservazioni e contributi. Un passaggio che rappresenta un riconoscimento del ruolo svolto dalle realtà locali, dai residenti e dal comitato “Casaralta che si muove”, che negli anni si sono battuti per il recupero dell’area.

Federica Mazzoni, presidente del Quartiere Navile, ha espresso soddisfazione per l’inizio dei lavori: “Questa è una vittoria del territorio. Finalmente riapriamo una ferita urbana, restituendo uno spazio che i bolognesi non hanno mai potuto vivere davvero. Casaralta tornerà a essere parte attiva e viva della città”.

Tra memoria e futuro

La riqualificazione dell’area Casaralta rappresenta non solo un grande intervento edilizio, ma anche un’occasione per ripensare il rapporto tra città, storia e cittadinanza. Un processo che parte dal recupero della memoria – quella degli operai, delle lotte sindacali e delle tragedie legate all’amianto – e guarda al futuro con attenzione alla sostenibilità, all’inclusività e alla qualità della vita urbana.

L’appuntamento è ora per la primavera del 2026, quando inizierà la costruzione del nuovo comparto. L’obiettivo è ambizioso: concludere i lavori entro il 2028 e consegnare alla città un quartiere rinnovato, che sia modello di rigenerazione e simbolo della Bologna che cambia.

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