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Boom delle rinnovabili: costano meno delle fossili nonostante la crisi

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foto Immagine di Freepik

Le energie rinnovabili costano meno di quelle fossili e sono state determinanti per superare la crisi energetica del 2022. Lo dimostra l’ultimo rapporto di Irena, l’International Renewable Energy Agency, pubblicato in agosto. Il Renewable power generation costs in 2022 analizza nel dettaglio il costo livellato medio ponderato globale dell’elettricità (LCOE) che risulta diminuito del 3% per il solare fotovoltaico su scala industriale, del 5% per l’eolico onshore, del 2% per il solare a concentrazione, del 13% per la bioenergia e del 22% per l’energia geotermica.

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La crisi dei prezzi dei combustibili fossili e l’aumento vertiginoso dei prezzi (nel 2022 il prezzo del gas fossile è cresciuto del 320% rispetto al 2020) ha accelerato la competitività delle energie rinnovabili, la cui capacità ha ridotto i costi del carburante per il settore elettrico nel 2022 di almeno 521 miliardi di dollari, di cui 176 solo in Europa. Circa l’86% (187 gigawatt) di tutta la nuova capacità rinnovabile messa in servizio nel 2022 aveva costi inferiori rispetto all’elettricità generata da combustibili fossili.

Oltre a questi risparmi diretti sui costi, ci sono i notevoli vantaggi economici derivanti dalla riduzione delle emissioni di CO 2 e degli inquinanti atmosferici locali.

“IRENA vede il 2022 come un vero punto di svolta nella diffusione delle energie rinnovabili poiché la sua competitività in termini di costi non è mai stata così grande nonostante la persistente inflazione dei costi delle materie prime e delle attrezzature in tutto il mondo – ha dichiarato il Direttore Generale dell’IRENA Francesco La Camera – Le regioni più colpite dallo storico shock dei prezzi hanno mostrato una notevole resilienza, in gran parte grazie al massiccio aumento del solare e dell’eolico nell’ultimo decennio”.

La strada sembra tracciata. Ma gli obiettivi ambientali fissati per il 2030 e quello ancora più ambizioso di azzerare le emissioni entro il 2050 richiedono un aumento sostanziale della produzione di energia rinnovabile. Bloomberg riporta un’impennata del 22% degli investimenti globali nella prima metà del 2023, per un totale di 358 miliardi di dollari. Tuttavia, per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro la metà del secolo, sarebbe necessario un investimento di quasi il doppio ogni anno.

“Oggi, il business case per le energie rinnovabili è convincente, ma il mondo deve aggiungere 1.000 GW di energia rinnovabile all’anno in media ogni anno fino al 2030 per mantenere 1,5° C entro la portata, più di tre volte i livelli del 2022 – osserva La Camera – Non c’è tempo perché un nuovo sistema energetico si evolva gradualmente come è avvenuto per i combustibili fossili. In preparazione della COP28 che si terrà a Dubai entro la fine dell’anno, il rapporto di oggi mostra ancora una volta che con le energie rinnovabili, i paesi hanno la migliore soluzione climatica a portata di mano per aumentare le ambizioni e intraprendere azioni in modo competitivo in termini di costi”.

Scarica QUI il rapporto completo di IRENA.