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Gruppo Esposito: 11 nuovi impianti di trattamento dei rifiuti

Sorgeranno in diverse province italiane per il recupero dei rifiuti provenienti dallo spazzamento stradale e dei rifiuti spiaggiati.

Oltre 350mila tonnellate all’anno di materiali recuperati grazie alle tecnologie sviluppate dall’azienda orobica.

Undici nuovi impianti di trattamento e recupero rifiuti per un valore complessivo di 45 milioni di euro: è l’entità delle commesse in carico al Gruppo Esposito che svilupperà un totale di circa 350 mila tonnellate di rifiuti recuperati all’anno pronti a diventare prodotti certificati nei principi di End of Waste.  

I nuovi impianti saranno interamente progettati e realizzati dal Gruppo con sede a Lallio, alle porte di Bergamo, da sempre realtà leader a livello internazionale nella progettazione, realizzazione e gestione di tecnologie innovative per il recupero dei rifiuti.

“Tecnologia, innovazione e una costante attenzione alla salvaguardia ambientale ci hanno permesso di diventare uno dei più importanti player del settore nella progettazione di soluzioni per il trattamento dei rifiuti – Ha spiegato Ezio Esposito, fondatore del Gruppo orobico -. Abbiamo realizzato impianti per le più importanti società del settore a livello nazionale come, ad esempio, A2A e Iren e i prossimi verranno progettati per diverse società delle principali province italiane. Grazie ai nostri impianti le società di gestione dei rifiuti ottimizzano i costi di smaltimento e fanno business sui rifiuti, ottenendo materie prime di alta qualità certificata che trovano da sempre applicazione in diversi settori industriali, dall’edilizia all’agricoltura”.

Otto nuovi impianti saranno destinati al trattamento e al recupero delle cosiddette terre da spazzamento, una tipologia di rifiuto urbano la cui produzione annua è in costante crescita. Il quadro nazionale dei rifiuti urbani evidenzia inoltre il costante aumento dell’invio a recupero di questa tipologia di rifiuti pari a circa 500 mila tonnellate/anno (Dati ISPRA 2022), più del doppio rispetto al dato del 2015.

Questi nuovi impianti sorgeranno nelle province di Venezia, Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli, Pescara e Foggia.

A questi, si aggiungono altri tre impianti per il trattamento dei rifiuti spiaggiati. Nasceranno sulla scia dei risultati ottenuti dal primo impianto di questa tipologia realizzato a Quartu Sant’Elena (CA) nel 2019 di proprietà del Gruppo Esposito, ottenendo nello stesso anno l’ambito “Premio per lo Sviluppo Sostenibile”.

Le province di Brindisi, Salerno e Sassari avranno così a disposizione strumenti concreti per rispondere al problema della posidonia spiaggiata, la cui gestione oggi rappresenta una delle principali minacce alla conservazione delle spiagge italiane.

Ma a beneficiare di questa soluzione saranno anche altri comuni della penisola, così da contrastare efficacemente il fenomeno dell’erosione costiera che interessa più del 75% delle nostre spiagge.

Grazie ad una tecnologia brevettata dal Gruppo Esposito, i nuovi impianti consentiranno di recuperare circa il 90% dei rifiuti in ingresso, riducendo drasticamente la quantità di rifiuti destinati alla discarica e contribuendo alla valorizzazione delle risorse in modo efficiente e sostenibile.

Si tratta di un traguardo molto importante – ha aggiunto Ezio Esposito anche alla luce degli obiettivi posti dall’Unione Europea in materia di gestione dei rifiuti e dal PNRR che darà la possibilità di far fronte alla mancanza di impianti per il recupero dei rifiuti sul territorio Nazionale in particolar modo al Sud dove la carenza è più presente. Le nostre nuove tecnologie contribuiranno inoltre a dare una risposta concreta alla salvaguardia delle nostre spiagge coniugando rispetto per l’ambiente con sostenibilità economica.

I nuovi impianti vanno ad aggiungersi agli 11 già attivi sul territorio nazionale che portano la firma del Gruppo Esposito che, ad oggi, contribuiscono a gestire circa 385 mila tonnellate di rifiuti all’anno.

I progetti del Gruppo Esposito si inseriscono in un contesto di crescente attenzione alla gestione dei rifiuti e alla sostenibilità ambientale. L’azienda bergamasca, con la sua esperienza e la sua capacità di innovazione, è un esempio concreto di come sia possibile conciliare lo sviluppo economico con la tutela dell’ambiente, tracciando la strada per un futuro più sostenibile.