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Gruppo Esposito, i numeri della green economy

Negli ultimi dieci anni di attività, l’azienda Gruppo Esposito di Gorle (BG) ha realizzato 11 impianti autorizzati per il trattamento e il recupero di rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade (codice CER 200303)

Una nuova vita per cartacce, mozziconi e molto altro: grazie al progetto dell’impiantistica “Ecocentro” sono stati trattati 2 milioni di tonnellate di questo specifico rifiuto e recuperati 1,2 milioni di tonnellate di prodotti certificati CE (il 60%), come ghiaie e sabbie riutilizzate in ambito edile e nell’asfaltatura di strade e autostrade.
Un bilancio significativo, che ha portato l’azienda bergamasca a distinguersi a livello mondiale nel settore della green economy, con diversi brevetti certificati in Italia e all’estero (tra gli ultimi, il brevetto cinese per una macchina di lavaggio di impianti di recupero dei rifiuti). «Forti della nostra esperienza possiamo considerare a tutti gli effetti i rifiuti da spazzamento stradale come rifiuti differenziati», conferma Ezio Esposito, «sono raccolti in modo differenziato dalle autospazzatrici proprio perché esiste una concreta possibilità di recupero e riutilizzo e non possono essere smaltiti in discarica».

Come riportato nella pubblicazione del 30 luglio 2016 dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) a integrazione delle linee guida in materia espresse nel D. Lgs. 13/1/2003 n° 36, sono necessari ulteriori e specifici processi di pretrattamento dei rifiuti da collocare in discarica. Si tratta di un investimento i cui risultati, però, possono superare le aspettative, come raccontano i numeri di Gruppo Esposito: la percentuale di materiali organici putrescibili, ossia la frazione più facilmente biodegradabile riscontrata nei 2 milioni di tonnellate di rifiuti da spazzamento trattate negli impianti “Ecocentro”, è stata pari al 31%, più del doppio del limite massimo del 15% previsto dallo stesso documento dell’ISPRA.

Il recupero di rifiuti, pratica cardine dell’economia circolare consigliata dalla direttiva quadro comunitaria 2008/98/CE, si conferma ancora una volta scelta vincente rispetto al semplice smaltimento in discarica per i suoi numerosi benefici, dalla tutela dell’ambiente alla possibilità di applicare a spese della collettività tariffe inferiori a quelle abitualmente praticate da discariche e termovalorizzatori.