
A Ivrea è entrata nel vivo la demolizione dell’ex istituto Giovanni Cena, edificio simbolo del degrado urbano nel centro storico, destinato a lasciare spazio al futuro Hub Guelpa Centre – Polo culturale. Dopo oltre vent’anni di attese, ricorsi e rinvii, il cantiere è ora pienamente operativo e segna l’avvio concreto della trasformazione dell’area che ospita anche la Biblioteca Civica e il Museo Garda.
Un progetto complesso, nel cuore della città
L’intervento si colloca in via Varmondo Arborio, in un contesto urbano di grande valore architettonico e funzionale. Proprio la vicinanza con edifici di pregio – come il Museo e la Biblioteca – ha imposto una pianificazione particolarmente attenta: la demolizione dovrà garantire il minimo impatto su vibrazioni, polveri e rumore, con un controllo continuo dei parametri ambientali.
Il progetto definitivo, approvato dalla Giunta comunale nel 2024, è stato affidato alla Daf Costruzioni Stradali srl di Milano, per un importo di 975 mila euro (IVA esclusa) e una durata lavori prevista in 253 giorni consecutivi. L’obiettivo è completare la demolizione entro l’inizio del 2026, in modo da liberare l’area per la successiva fase di riqualificazione.
Sgombero e bonifica prima dell’abbattimento
La prima fase, avviata a fine estate 2025, ha riguardato lo svuotamento interno dell’edificio: rimozione di infissi, impianti elettrici, idraulici e di riscaldamento, fino a lasciare a vista la struttura portante.
Particolare attenzione è stata posta alla gestione dei materiali contenenti amianto, individuati in passato in pavimentazioni, coibentazioni e guarnizioni: una bonifica preliminare è stata condotta nel pieno rispetto delle prescrizioni ARPA e Soprintendenza, requisito essenziale per procedere alla demolizione vera e propria.
Dal tetto alle fondamenta: la demolizione controllata
Le operazioni di abbattimento partiranno dall’alto, con lo smantellamento della copertura e delle strutture in elevazione tramite gru e mezzi meccanici a braccio lungo.
Le parti più delicate – in prossimità del Museo e della Biblioteca – saranno invece rimosse manualmente, per evitare vibrazioni eccessive sulle murature storiche adiacenti.
Oltre al corpo principale dell’ex Cena, sarà demolita anche la struttura a scarpa in cemento armato che si affaccia su piazza Fillak, costruita negli anni Ottanta come opera di consolidamento. L’area sarà poi rimodellata per accogliere il nuovo polo culturale e spazi pubblici verdi.
Vincoli tecnici e logistica di cantiere
Non mancano le complessità: sul tetto dell’edificio era presente un’antenna telefonica che ha richiesto il trasferimento su un altro edificio comunale, previa autorizzazione della Soprintendenza.
Durante i lavori, porzioni di piazza Fillak resteranno chiuse al traffico per garantire la sicurezza delle operazioni e la movimentazione dei materiali di risulta.
L’intervento rientra in un programma più ampio di rigenerazione urbana finanziato con fondi comunali e regionali, dopo che l’aumento dei costi dei materiali e dello smaltimento aveva reso necessario un aggiornamento dei prezzari e una revisione del budget complessivo.
Documentare la trasformazione
Il Comune di Ivrea ha annunciato che la demolizione sarà documentata con riprese video e timelapse per raccontare alla cittadinanza le fasi di smontaggio e la trasformazione del quartiere.
Parallelamente, il Museo Garda ospita in queste settimane la mostra fotografica “Trame”, un omaggio visivo all’edificio e alla sua memoria, prima che lasci definitivamente spazio a un nuovo capitolo della città.
Verso il nuovo Hub Guelpa Centre
Con la rimozione dell’ex Cena, Ivrea compie un passo decisivo verso la creazione di un polo culturale integrato che metterà in rete museo, biblioteca e spazi per la ricerca e l’innovazione sociale.
Un’operazione di rigenerazione urbana che unisce sicurezza, sostenibilità e cultura, restituendo al centro cittadino un’area viva e funzionale.
La demolizione dell’ex istituto, più che una semplice rimozione edilizia, rappresenta così l’inizio simbolico di una rinascita: da edificio dismesso a terreno fertile per nuove forme di partecipazione civica e di crescita culturale.