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Il Brasile affonda una vecchia nave carica di rifiuti tossici, proteste degli ambientalisti

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Affondata nell’Oceano Atlantico una vecchia portaerei piena di amianto, vernici e altri rifiuti tossici. La decisione della marina brasiliana provoca le proteste delle organizzazioni ambientaliste.

Visto “lo stato molto degradato di questa vecchia nave lunga 266 metri, considerata un pacco tossico di 30 mila tonnellate” il naufragio pianificato è stato considerato l’unica opzione possibile ed è avvenuto nella giornata del 3 febbraio 2023, a circa 350 chilometri dalle coste brasiliane, in una zona in cui la profondità dell’Oceano è di circa 5 mila metri, secondo un comunicato della marina.

La nave fu costruita alla fine degli anni ’50 nel cantiere navale di Saint-Nazaire nell’Ovest della Francia, per essere poi acquistata nel 2000 dal Brasile. A causa di un incendio avvenuto nel 2005, oltre che dei costi troppo elevati che avrebbe comportato una modernizzazione, Brasilia ha deciso di disfarsene. Nel 2021 è stata acquistata da un cantiere turco per utilizzarne il metallo ma non trovando un porto dove accoglierla stava rinunciando quando il Brasile ha acconsentito a trasportarla fino al Mediterraneo. Le le autorità ambientali turche hanno stabilito di non volerla ricevere quando si trovava già dalle parti dello Stretto di Gibilterra e a quel punto è tornata indietro nonostante nel frattempo i danni allo scafo fossero peggiorati.

Nel 19 gennaio 2022, il rimorchiatore olandese ALP Guard ha cominciato ad allontanarsi dalle coste brasiliane. È stato quindi richiesto l’intervento della marina che ha optato per l’affondamento programmato.

“Di fronte ai rischi che comporta rimorchiarla e a causa del deterioramento dello scafo, la sola soluzione è abbandonare la nave affondandola in modo controllato”, dichiara la marina in un comunicato congiunto con il ministero della Difesa.

Il pubblico ministero federale del Brasile ha cercato di fermare l’operazione con diversi ricorsi presso i tribunali, denunciando le conseguenze per l’ambiente e ricordando le 9,6 tonnellate di amianto, le 644 tonnellate d’inchiostri e altri materiali pericolosi contenuti nella nave.

Basel Action Network, con Greenpeace e Sea Shepherd, ha rilasciato una dichiarazione accusando il Brasile di aver violato “tre trattati internazionali” sull’ambiente affondando la nave, che causerebbe, secondo le Ong, danni “incalcolabili” alla vita marina e alle comunità costiere.

Si sarebbero potute adottare altre “misure ambientalmente responsabili, ma ancora una volta l’importanza di proteggere gli oceani, vitali per la vita del pianeta, è stata considerata con negligenza”, dichiara Leandro Ramos, direttore di Greenpeace Brasile.