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Imballaggi: il nuovo regolamento europeo punta al riuso

Bruxelles fissa un altro importante tassello a favore del riuso, in particolare per la diminuzione del consumo di plastica. Ma gli obiettivi sul riuso sono stati contestati dall’Italia in difesa del settore del riciclo, forte degli alti tassi di riutilizzo della plastica.

La Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (Envi) del Parlamento europeo ha adottato con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni la posizione negoziale sulla proposta di regolamento della Commissione europea sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio, il cosiddetto PPWR, il cui percorso legislativo è iniziato nel novembre 2022 quando la Commissione europea ha presentato la sua bozza di regolamento.

La proposta stabilisce i requisiti per l’intero ciclo di vita dell’imballaggio, dalle materie prime allo smaltimento finale. Il testo adottato non è comunque un via libera al riuso senza condizioni. Gli imballaggi riutilizzabili dovrebbero soddisfare una serie di criteri, tra cui un numero minimo di volte in cui possono essere riutilizzati (da definire in una fase successiva). Secondo gli esperti che si occupano di riutilizzo e riciclo, si sarebbe potuto fare decisamente di più, anche se qualcosa si è mosso comunque.

Quanti e quali imballaggi in Europa

La maggior parte dei prodotti richiede un imballaggio in diverse fasi della vita. Tra il 2009 e il 2020 la massa totale degli imballaggi dei rifiuti prodotti nell’Ue sono aumentati del 20%, sfiorando un +13 milioni di tonnellate. Nel 2020, i rifiuti di imballaggio hanno raggiunto i 79 milioni di tonnellate, seppur con grandi differenze tra gli Stati membri.

Carta e cartone rappresentano il materiale di scarto da imballaggio più comune (41%), seguito da plastica (19,5%)vetro (19%)legno (15%) e metallo (5%). Plastica (+27%) e carta e cartone (+25%) sono i due flussi di rifiuti con la crescita più elevata dal 2009. Il tasso di riciclaggio dei rifiuti di imballaggio è aumentato leggermente, passando dal 63% nel 2009 al 64% nel 2020. Tuttavia, ha smesso di aumentare dal 2016 e da allora è tornato ai livelli del 2011.

Cosa prevede il nuovo regolamento

Come prima cosa, è stato dato l’ok alla riduzione dell’obiettivo minimo di contenuto riciclato per gli imballaggi sensibili al contatto.

Un altro emendamento approvato stabilisce che entro il 1° gennaio 2030 il 50% di tutti gli imballaggi degli operatori economici debbano essere riutilizzabili. Significa che entro il 2030 le pellicole di plastica usate oggi per il trasporto di merci all’interno o tra gli Stati membri dell’UE saranno sostanzialmente bandite.

Altre disposizioni approvate prevedono per esempio target specifici di contenuto minimo riciclato per gli imballaggi, divieto per le sostanze PFAS e bisfenolo A contenute intenzionalmente negli imballaggi a contatto con gli alimenti, e altri target da raggiungere entro il 2030 per la raccolta differenziata di alcuni materiali.

Approvato anche l’emendamento che stabilisce restrizioni sulla vendita di imballaggi monouso e il divieto di tutti gli imballaggi monouso nei ristoranti, indipendentemente dal materiale. La restrizione sugli imballaggi monouso vieterà gli imballaggi in plastica per prodotti freschi o imballaggi raggruppati, come borse di plastica molto leggere, pellicole termoretraibili e pellicole.

Seppur con alcune eccezioni e deroghe, se il nuovo regolamento verrà adottato, scatterà il divieto di immissione sul mercato di diverse tipologie di mini-imballaggi.

Due anni dopo l’entrata in vigore del regolamento, gli operatori dei servizi di take-away nei settori del cibo e delle bevande dovranno poi consentire ai clienti di usare il proprio contenitore portato da casa.

Viene poi fissata al 31 dicembre 2025 la scadenza per la pubblicazione di una relazione che valuti la possibilità di stabilire obiettivi per l’uso di materie prime plastiche di origine biologica sugli imballaggi, conteggiandole ai fini degli obiettivi obbligatori di contenuto riciclato. In particolare, la Commissione europea vuole prendere in considerazione la possibilità di raggiungere fino al 50% degli obiettivi di contenuto riciclato utilizzando bioplastiche.

l risultato del voto della commissione Ambiente dell’Europarlamento sul regolamento imballaggi è “un segnale di pericolo per il mercato unico europeo”, che “esagera ulteriormente alcuni degli aspetti più ideologici della proposta iniziale della Commissione europea, perdendo l’opportunità di una maggiore armonizzazione delle norme in tutta l’Ue”. È il commento di Francesca Stevens, segretaria generale di Europen, associazione che rappresenta il settore imballaggi. “Gli emendamenti più controversi sono stati approvati per un soffio – aggiunge Stevens – il che indica che molti eurodeputati comprendono l’importanza vitale di una legislazione basata su dati e prove solidi”. “Ci auguriamo – conclude – che il voto in plenaria del mese prossimo affronti questi punti critici e produca misure che tutelino adeguatamente il sistema agroalimentare, la salute dei consumatori e i sistemi di riciclaggio virtuosi”.

Critiche e qualche plauso

La posizione dell’Italia è fermamente critica. “Il voto in Commissione Ambiente del Parlamento Europeo sul regolamento imballaggi conferma le nostre preoccupazioni – afferma il ministro dell’Ambiente Gilberto Picchetto – Si continua ad andare verso un sistema che non valorizza il modello vincente italiano, ma che lo mette a rischio. Continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi comunitarie per difendere le ragioni di una filiera innovativa, che supera i target Ue con diversi anni di anticipo, che dà lavoro tutelando l’ambiente e affermando i più avanzati principi dell’economia circolare”.

Come chiarisce Confartigianato, diverse disposizioni sono state invece alleggerite rispetto al testo della Commissione Europea, riducendo alcuni oneri e obblighi. Proprio grazie a Confartigianato, ad esempio le microimprese sono state esentate da alcuni obblighi previsti.

“Molti punti restano tuttavia ancora critici, primo fra tutti l’implementazione a livello nazionale dei nuovi obblighi di riuso e riutilizzo”. Confartigianato ha infatti espresso a diverse riprese la sua preoccupazione rispetto a questo Regolamento, che non tiene sufficientemente conto – dice – dei diversi contesti nazionali e dei sistemi di riciclaggio e raccolta che ciascun Stato membro ha sviluppato negli ultimi anni, né degli impatti delle misure proposte sul nostro sistema produttivo. Confartigianato ha ribadito più volte che il riuso non dovrebbe essere visto come l’unica opzione da percorrere, ma dovrebbe aggiungersi ai modelli positivi di riciclo già esistenti.

“Il nostro settore dell’ortofrutta è sicuramente preoccupato dal voto di oggi sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi “e speriamo di riuscire a modificarlo nel voto in plenaria” a novembre, ha spiegato a Eunews Cristina Tinelli, responsabile relazioni Ue e internazionali di Confagricoltura. I limiti agli imballaggi fissati a 1 kg rischiano di cancellare dagli scaffali dei supermercati ad esempio l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete di peso inferiore al limite.

Il testo, lamenta Coldiretti, così com’è potrebbe creare problemi dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che – sostiene l’associazione – potrebbero aumentare, come potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori. “Ma si rischia anche un effetto negativo sui consumi – aggiunge Coldiretti – dove i prodotti di quarta gamma, dalle insalate in busta alla frutta confezionata, sono ormai entrati profondamente nelle abitudini degli italiani, con il pericolo di ridurne il consumo, già calato del 10% per la frutta e del 6% per gli ortaggi nel primo semestre del 2023, con un impatto pericoloso appunto anche sulla salute”.

Zero Waste Europe ha bollato la proposta come “scappatoia”: “Non ha senso integrare il pensiero circolare nella produzione di imballaggi se metà degli obiettivi possono essere raggiunti utilizzando la plastica”. Plastic Europe invece ha applaudito al riconoscimento dell’importanza delle bioplastiche, ma ha sostenuto che sono necessari anche altri obiettivi per la plastica riciclata. Altrimenti, “questo voto consentirebbe l’uso di plastica di origine biologica negli imballaggi solo come un modo per diluire gli obiettivi relativi ai contenuti riciclati”.

Zero Waste Europe ha comunque definito la bozza di regolamento Ue un “passo notevole nella direzione del perfezionamento delle politiche di riutilizzo”. “Per la prima volta nella legislazione europea sugli imballaggi viene data una possibilità alla prevenzione e al riutilizzo”, ha commentato direttore e fondatore di Zero Waste Europe Joan Marc Simon. “La decisione del Comitato ENVI consente soluzioni sistemiche in grado di raggiungere lo scopo ultimo di questa revisione: ridurre i rifiuti di imballaggio”.

Di diverso parere invece il colosso Plastics Europe, che attacca le misure europee sostenendo che questo “si tradurrà in interruzioni della catena di approvvigionamento, costi più elevati per i trasportatori e, in ultima analisi, per i consumatori, e avrà un impatto negativo sulla sicurezza dei trasporti”.