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Rifiuti pericolosi: in aumento export e spedizioni illegali

La Commissione ha pubblicato la relazione di attuazione del regolamento sulla spedizione di rifiuti per il periodo 2016-2019, che riporta dati e analisi sul controllo delle spedizioni di rifiuti nell’UE e verso paesi terzi. La relazione dimostra due tendenze principali.

Innanzitutto, la quantità totale di rifiuti pericolosi spediti all’interno e al di fuori dell’UE è più che raddoppiata, passando da 3,9 milioni di tonnellate nel 2001 a 8,1 milioni di tonnellate nel 2019, nonostante la quantità di rifiuti segnalati sia rimasta stabile durante il periodo preso in considerazione dalla relazione. La grande maggioranza di queste spedizioni avviene entro i confini dell’UE e il volume limitato esportato dall’UE verso paesi terzi riguarda paesi dell’OCSE.

In secondo luogo, aumentano le spedizioni illegali individuate dalle ispezioni degli Stati membri.

Volumi raddoppiati

Export

Nel periodo 2016-2019 la quantità media annua di tutti i rifiuti notificati in uscita dall’UE‑27 è stata di 19,3 milioni di tonnellate, di cui in media 6,9 milioni (il 36 %) erano rifiuti pericolosi. Dal 2001 al 2019 il quantitativo totale di rifiuti pericolosi spediti all’interno e all’esterno dell’UE è raddoppiato.

Il 65 % dei rifiuti pericolosi in uscita dagli Stati membri dell’UE nel periodo 2016-2019 è stato trattato in un’operazione di recupero (ossia riciclato o trattato in un’altra operazione di recupero). Il dato del 65 % riferito al periodo 2016-2019 è inferiore rispetto a quello registrato nel periodo di riferimento 2013-2015 (76 %). Poiché in precedenza la percentuale di rifiuti pericolosi spediti al di fuori degli Stati membri e trattati in un’operazione di recupero era stata relativamente costante nei periodi di riferimento 2010‑2012 e 2013-2015, la diminuzione registrata nel periodo 2016-2019 rappresenta un cambiamento di tendenza.

Nel frattempo la percentuale di rifiuti pericolosi spediti a fini di smaltimento è rimasta pressoché costante: il 21 % nel periodo 2016-2019, rispetto al 22 % nel periodo 2013‑2015. Nel corso dello stesso periodo si è registrato un aumento della percentuale di rifiuti dichiarati come spediti per essere sottoposti a trattamento “misto” (ossia una combinazione di smaltimento e recupero) (dal 2 % al 13 %).

Come nei periodi di riferimento precedenti, gli Stati membri che hanno spedito le maggiori quantità di rifiuti pericolosi nel periodo 2016-2019 sono stati la Francia e l’Italia (rispettivamente 6,8 e 3,9 milioni di tonnellate nell’arco dei quattro anni), seguite dalla Germania (3,6 milioni di tonnellate). Nel periodo di riferimento 2016-2019 il 10 % dei rifiuti pericolosi è stato esportato al di fuori dell’UE. Tali rifiuti sono stati esportati esclusivamente verso paesi dell’OCSE, giacché è vietata la loro esportazione verso paesi non-OCSE.

Import

Nel periodo 2016-2019 il quantitativo medio annuo di rifiuti pericolosi spediti verso gli Stati membri è stato di 10,2 milioni di tonnellate (pari al 43 % dei rifiuti notificati “importati”). Nel loro insieme gli Stati membri e i paesi EFTA hanno rappresentato il 98 % dei rifiuti pericolosi in entrata negli Stati membri dell’UE nel periodo 2016-2019, in lieve aumento rispetto al periodo 2013-2015, nel quale detta percentuale era stata del 97 %.

La quantità di rifiuti pericolosi importati da paesi terzi non appartenenti all’OCSE in termini di percentuale del quantitativo totale di rifiuti in entrata varia, negli anni, dall’1 % al 2 %.

La quantità di rifiuti pericolosi in entrata nell’UE è aumentata del 265 % tra il 2001 e il 2019, con un incremento leggermente superiore rispetto all’aumento percentuale relativo a tutti i rifiuti notificati in entrata negli Stati membri (214 %).

Nel periodo 2016-2019 gli Stati membri hanno spedito al di fuori dell’UE 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi, mentre nello stesso periodo 11 milioni di tonnellate sono state spedite nell’UE da paesi terzi. L’UE rimane pertanto un importatore netto di rifiuti pericolosi.

La Francia è stata il principale paese di destinazione di rifiuti pericolosi nel periodo 2016‑2019 (17 milioni di tonnellate), seguita dalla Germania (10 milioni di tonnellate).

Nel periodo 2016-2019 il 78 % dei rifiuti pericolosi in entrata negli Stati membri è stato trattato in un’operazione di recupero e il 16 % in un’operazione di smaltimento, mentre il 6 % è stato classificato nella categoria dei rifiuti sottoposti a trattamento “misto”. La percentuale di rifiuti dichiarati come destinati allo smaltimento è leggermente diminuita rispetto al periodo 2013-2015 (del 3 %), mentre i rifiuti dichiarati come destinati al recupero hanno registrato un lieve aumento percentuale (dell’1 %).

Nel periodo 2016-2019 il 53 % di tutti i rifiuti pericolosi spediti a fini di smaltimento nell’UE aveva come destinazione la Germania. Si tratta di un aumento rispetto al periodo 2013-2015, durante il quale tale paese aveva ricevuto il 46 % di tutti i rifiuti pericolosi destinati allo smaltimento. L’elevata percentuale di rifiuti pericolosi spediti in Germania a fini di smaltimento è dovuta probabilmente al fatto che, rispetto ad altri Stati membri, tale paese possiede un numero proporzionalmente maggiore di impianti di smaltimento dei rifiuti pericolosi.

Il 49 % dei rifiuti pericolosi spediti a fini di recupero ha avuto come destinazione la Francia. Si tratta di un notevole aumento rispetto al periodo 2013-2015, quando la Francia, che era comunque il principale paese di destinazione dei rifiuti pericolosi destinati al recupero, ne aveva ricevuto il 32 %.

Illegalità in aumento

Nel periodo 2016-2019 gli Stati membri hanno segnalato 5 502 spedizioni illegali di rifiuti. Il numero di spedizioni illegali segnalate ogni anno è aumentato rispetto al periodo di riferimento precedente; mentre nel periodo 2013-2015 erano state segnalate in media ogni anno 933 spedizioni illegali, nel periodo 2016-2019 sono state segnalate 1 376 spedizioni illegali all’anno.

Rispetto al periodo di riferimento precedente si registra un miglioramento nella segnalazione del numero di controlli/ispezioni a campione effettuati. Per il periodo 2013‑2015 soltanto 11 Stati membri hanno effettuato le segnalazioni utilizzando il formato del questionario dell’UE, mentre nel periodo 2016-2019 27 Stati membri hanno utilizzato il formato corretto.

I motivi per i quali le spedizioni risultano illegali sono di vario tipo: si rilevano ad esempio inesattezze apparentemente dovute a semplici errori amministrativi ma anche evidenti comportamenti dannosi per l’ambiente. Uno dei problemi amministrativi comunemente segnalati dagli Stati membri è l’assenza della documentazione di accompagnamento delle spedizioni a norma dell’allegato VII del regolamento. In particolare la Danimarca segnala molti casi in cui sono state irrogate sanzioni pecuniarie perché i moduli previsti dall’allegato VII erano incompleti. Un altro problema segnalato è l’assenza della notifica. La Francia e la Germania (due tra gli Stati membri che hanno segnalato il maggior numero di spedizioni illegali) hanno segnalato molti casi in cui il trasporto è stato effettuato senza notifica.

Per quanto riguarda i casi di rilevanza penale, sono spesso menzionati i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) e i veicoli fuori uso (ELV). Ad esempio la maggior parte delle spedizioni illegali segnalate dal Belgio è costituita da RAEE pericolosi, mentre la Repubblica ceca segnala casi di RAEE erroneamente identificati come apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) destinate al riutilizzo (non di scarto); la Repubblica ceca segnala anche alcuni casi di ELV spediti come vetture di seconda mano.

Nel periodo 2016-2019 la Germania ha segnalato il maggior numero complessivo di spedizioni illegali con 1 850 casi, pari al 34 % del numero totale di casi segnalati nell’UE in tale periodo. Tale dato comprende tuttavia un elevato numero di “violazioni minori” e circa 480 casi di reimportazione di rifiuti. Escludendo tali casi di reimportazione e le violazioni minori, le spedizioni illegali della Germania relative al periodo 2016-2019 scendono a 163 casi (il 4 % dei casi totali).

Il Belgio è il secondo Stato membro per numero di spedizioni illegali con 952 casi, pari al 25 % del numero totale di casi segnalati nell’UE tra il 2016 e il 2019. Al terzo posto per numero di spedizioni si trova la Francia, con 625 casi (16 %).

Il Belgio ha segnalato il numero più elevato di spedizioni illegali nel periodo 2013-2015 e i Paesi Bassi il secondo numero più elevato di tali spedizioni nello stesso periodo di riferimento. Poiché i Paesi Bassi non hanno comunicato dati per il 2018 e il 2019, non è possibile fornire il numero totale di spedizioni illegali per il periodo di riferimento 2016‑2019. Tuttavia i Paesi Bassi hanno comunicato cifre elevate per il 2016 e il 2017 che collocano tale paese al quarto posto per numero di segnalazioni nel periodo 2016-2017 (dopo la Germania, il Belgio e la Francia).

Rivedere le regole

Ogni tre anni la Commissione stila queste relazioni, basandosi sulle relazioni fornite dagli Stati membri sull’attuazione della convenzione di Basilea sui rifiuti pericolosi, cui l’UE aderisce. Le considerazioni odierne sostengono le conclusioni della valutazione della normativa in vigore, pubblicata dalla Commissione nel gennaio 2020, che ha portato alla proposta della Commissione di rivedere le regole attuali sulle spedizioni di rifiuti. La proposta, in fase di discussione al Parlamento e al Consiglio europeo, ha tre obiettivi principali: far sì che l’UE non esporti in paesi terzi i propri problemi legati ai rifiuti, facilitare il trasporto dei rifiuti a fini di riciclo e riuso nell’UE, e fronteggiare meglio le spedizioni illegali di rifiuti.