Home News dalle Aziende Rischio idrogeologico: bene il governo, ora progetti e tecnologie

Rischio idrogeologico: bene il governo, ora progetti e tecnologie

Dopo decenni di attesa, la settimana scorsa sono stati presentati il piano nazionale di opere e interventi e il piano finanziario per la riduzione del rischio idrogeologico, risultato dei primi tre anni di lavoro di #Italiasicura, la Struttura di missione per il contrasto al dissesto idrogeologico, voluta dal Governo Renzi e confermata dal Governo Gentiloni

Il piano stima il fabbisogno complessivo delle opere in 11.108 cantieri, di cui 1.340 con lavori in corso, per un fabbisogno finanziario complessivo di circa 29 miliardi di euro, di cui 12,9 già programmati, tra fondi europei, nazionali e regionali.
In un Paese che ha visto, in un secolo, 161.000 vittime di terremoti e 12.600 tra morti, feriti e dispersi per eventi idrogeologici catastrofici, i 29 miliardi individuati dal Governo sono un passo avanti sostanziale. A questo punto, però, diventa decisivo saper spendere bene, in modo oculato ed efficace. Per definire in modo corretto le priorità di intervento, è necessario un confronto aperto e collaborativo tra istituzioni, nazionali e locali, i gestori delle grandi infrastrutture e i centri di eccellenza tecnologica del settore.

A tale scopo, si è tenuta oggi a Roma la terza edizione del Forum organizzato da CESI, Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano, in collaborazione con #Italiasicura. Il Forum intende favorire e promuovere la costruzione collaborativa di proposte e soluzioni progettuali, attraverso il dialogo tra i principali stakeholder attivi nel settore.
Ad aprire i lavori la relazione introduttiva di Matteo Codazzi, Amministratore Delegato di CESI: “In un territorio così bello e fragile, come quello italiano, è vitale superare l’approccio emergenziale, che spesso ha caratterizzato il nostro Paese, attraverso una sempre maggiore consapevolezza del ruolo fondamentale della prevenzione, soprattutto in termini di monitoraggio e progettazione adeguata. Siamo convinti, in proposito, che già oggi vi siano competenze e tecnologie all’avanguardia per poter agire in modo efficace e risolutivo. Mi riferisco, ad esempio, all’orizzonte aperto sia dalle tecniche di modellazione delle infrastrutture a rischio, sia al sistema nervoso di sensori e sistemi informatici, realizzato attraverso tecnologie legate all’Internet of Things. Il Governo ha dato finalmente un segnale concreto del suo impegno. Mi auguro che tutti gli attori del settore si sentano chiamati in prima linea per intervenire in modo altrettanto concreto. Come Cesi siamo pronti fin d’ora a mettere a fattor comune le nostre avanzate competenze tecnologiche per rendere il Paese più sicuro”.

A coordinare il Forum Erasmo D’Angelis, Responsabile della Struttura di missione: “In Italia oltre il 10% delle aree abitate e con tesori culturali inestimabili è inondabile, con almeno 570mila frane censite che insieme sommano i due terzi del continente europeo. Il capitolo più doloroso è relativo alle vittime: 5.553 morti degli ultimi 70 anni in 4.419 località colpite in 2.458 Comuni nelle 20 Regioni, con una metropoli di circa un milione di sfollati, danni a infrastrutture pubbliche e abitazioni e aziende private risarciti con 3.5 miliardi di spesa l‘anno in emergenze. Il primo lavoro ci ha visto passare dal labirinto di 14 monitoraggi degli investimenti stanziati dallo Stato e inviati a Regioni ed enti locali a un solo monitoraggio in un solo luogo, come prescritto dalla legge. Grazie al lavoro sinergico di tutti gli attori in campo nei territori, siamo riusciti a costruire il piano del fabbisogno di opere (11.108 interventi) e il piano finanziario (12.9 miliardi, di cui 9.8 dallo Stato e 3.1 da fondi regionali)”.

È poi intervenuto Mauro Grassi, Direttore della Struttura di missione, che ha parlato di come la mitigazione del rischio idrogeologico sia oggi al centro dell’agenda politica del Governo italiano attraverso il riassetto delle competenze nel settore, la rilevazione trasparente e omogenea in tutto il territorio nazionale dei fabbisogni, la definizione di criteri esclusivamente tecnici per la selezione degli interventi e delle modalità di ripartizione dei finanziamenti tra le Regioni.
Italiasicura – ha dichiarato Mauro Grassi – ha garantito il coordinamento tra le amministrazioni centrali e locali competenti nella riduzione del rischio idrogeologico e ha predisposto, d’intesa con il Ministero per l’Ambiente, il Dipartimento e l’Agenzia per la Coesione, la nuova programmazione degli interventi di prevenzione, garantendo il tempestivo utilizzo delle risorse già disponibili. Nel 2014, quando fu istituita la Struttura di missione, i cantieri non ancora avviati erano 1781 per un totale di 2,260 mld di euro. Ad oggi, sono stati avviati a cantiere 1340 interventi per 1,409 mld di euro, con un’accelerazione dei processi in parte bloccati. A livello territoriale il riassetto istituzionale si è concretizzato in una semplificazione delle competenze amministrative, con la qualificazione dei Presidenti delle Regioni quali Commissari di Governo contro il dissesto idrogeologico e l’attribuzione a questi ultimi della responsabilità della realizzazione degli interventi nel territorio di riferimento e di importanti poteri sostitutivi e di deroga”.

A seguire, è intervenuto Domenico Andreis, Direttore Divisione Engineering & Environment ISMES, che ha presentato il Quaderno CESI, una fotografia dello stato del territorio nazionale attraverso le interviste di alcuni tra gli attori più importanti del settore.
“Come CESI – ha dichiarato Domenico Andreis – abbiamo voluto dare, anche attraverso il Quaderno che presentiamo oggi, una visione d’insieme dei problemi che occorre affrontare per mettere in sicurezza il Paese, pur riferendoci soltanto agli eventi naturali avversi di maggior impatto sul territorio, riconducibili sostanzialmente al rischio sismico, al rischio vulcanico e a quello idrogeologico. Abbiamo voluto, inoltre, mettere a sistema alcune tra le principali esperienze realizzate dalla Divisione Engineering & Environment ISMES di CESI, che non solo ha sviluppato modelli previsionali di degrado, ma anche sistemi automatici di monitoraggio ambientale, strutturale e sismico perché la prevenzione rappresenta il principio cardine del nostro approccio d’intervento”.

Nella parte finale, Erasmo D’Angelis ha moderato la Tavola Rotonda “Mettere in sicurezza l’Italia”, a cui hanno partecipato Ugo Dibennardo, Direttore Operation e Coordinamento Territoriale Anas, Evaristo Di Bartolomeo, Direttore Ingegneria e Asset Management, Terna Rete Italia, Gianluigi Fioriti, Amministratore Delegato Enel Distribuzione Franco Iacobini, Responsabile Ufficio Tecnico Standard Infrastrutture – RFI, Stefano Laporta, Direttore Generale ISPRA, il Colonello Silvano Gandino, Direttore Servizio Meteomont del Comando Truppe Alpine, Arcangelo Francesco Violo, Segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi, Massimo Mariani, Consigliere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. A conclusione del Forum la testimonianza di Mario Trogni, Managing Director di Alperia, sulla gestione della risorsa idrica come prevenzione e produzione di energia rinnovabile nella Provincia Autonoma di Bolzano.