Home Bonifiche SIN Biancavilla, parte la bonifica alla ex cava di Monte Calvario

SIN Biancavilla, parte la bonifica alla ex cava di Monte Calvario

Sono finalmente partiti i lavori di bonifica dalla fluoro-edenite all’ex cava di Monte Calvario, nell’ambito del SIN di a Biancavilla, in Sicilia. L’aggiudicazione dei lavori risale a febbraio 2022. Si parte dalla sorgente del minerale killer, ma restano 4.300 abitazioni private da bonificare dalla fibra d’amianto, per un costo che si aggira sui 150 milioni.

Come ricostruisce FocusSicilia.it, dal riconoscimento come Sito di interesse nazionale (Sin) nel 2001, ci sono voluti 22 anni per arrivare alle prime bonifiche a Biancavilla. Il centro abitato dell’hinterland catanese è invaso dalla fluoroedenite, una fibra cancerogena rinvenuta in una grande cava, quella di monte Calvario, dalla quale è stato estratto per decenni il materiale per costruire le case.

Adesso è stato dato il via ai primi lavori, che riguarderanno proprio monte Calvario, la sorgente di tutti i guai: 25 ettari che diventeranno un parco urbano, grazie alla “copertura con terreno vegetale e la piantumazione con alberi”, lavori del costo complessivo di 17 milioni con cui il sito potrà diventare finalmente ‘pulito’. Il finanziamento è costituito da una somma di 12 milioni di euro provenienti dal ministero dell’Ambiente e da altri cinque milioni di euro che la Regione Siciliana ha cofinanziato, dando attuazione ad un accordo-quadro sottoscritto nel 2020.

Il piccolo comune della Sicilia ha una storia drammatica alle spalle, come ricorda ONA Notiziario Amianto. Senza aver mai avuto a che fare con l’amianto ha, infatti, registrato negli anni un’altissima incidenza di mesotelioma. Alcuni ricercatori dimostrarono che il materiale della cava, la fluoro-edenite – un minerale all’epoca era sconosciuto in Italia e in tanti altri Paesi – ha la stessa cancerogenicità dell’asbesto (altro nome per chiamare l’amianto).

Ma era ormai troppo tardi: tutti gli edifici costruiti dopo l’apertura della cava, nei primi anni ’70, erano contaminati con il minerale killer. Il palazzo comunale, le scuole, le case, persino il campo di calcetto. Un vero disastro. Quando i casi di mesotelioma cominciarono ad essere davvero sospetti fu effettuato uno studio più approfondito, nel 1997. L’Arpa Sicilia scoprì per prima che il mostro arrivava dalla cava. L’amministrazione prese allora diversi accorgimenti per evitare la dispersione delle fibre.

Gli operai asfaltarono le strade di Biancavilla con un materiale che non permette alle polveri asbestiformi di essere rilasciate. Le facciate di alcuni edifici pubblici sono state rifatte per coprire gli intonaci che cominciavano a sgretolarsi. Gli istituti scolastici, il palazzo comunale, il muro di cinta del cimitero municipale. Il campo sportivo è stato rivestito con un fondo d’erba sintetica.

In totale, nella città dell’amianto vanno bonificate 4.300 case costruite con materiali cancerogeni. Il giorno dopo il via ai lavori nella cava di monte Calvario, il sindaco Antonio Bonanno fa il punto della situazione. Progetti quasi pronti, i lavori nel centro cittadino potrebbero iniziare in tre o quattro anni.

Ovvero a due anni dall’approvazione del progetto di bonifica. “L’iter è stato complesso, in fase di gara l’Urega aveva aggiudicato i lavori alla ditta attuale, ma la seconda ditta ha presentato un ricorso al Tar” e il contenzioso è diventato un inconveniente che ha rosicchiato via oltre un anno di tempo prezioso.

Adesso, insieme alla sostituzione del terreno e alla piantumazione, saranno anche realizzate le opere per lo smaltimento delle acque piovane, oltre a nuove strutture di acciaio e una facciata con vetri, e verranno eliminate le vecchie strutture esistenti, in quanto inquinate.

Partite le bonifiche dei 25 ettari di monte Calvario, restano però gli altri 305 ettari del centro urbano di Biancavilla, che nel Sin è tutto in arancione. “L’ultimo step su cui stiamo lavorando – prosegue il sindaco – è la bonifica dell’edilizia privata: verranno incapsulati gli intonaci delle facciate delle case costruite a partire dagli anni ’50 e fino agli anni ’90, quando è stato scoperto il problema e la cava è stata chiusa. Sono interessati 4.300 edifici e la spesa stimata per i lavori è di 150 milioni di euro, con un progetto in fase di redazione”.

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Per il primo cittadino, l’ultimazione del progetto è prevedibile “tra qualche mese” e le opere per la messa in sicurezza dell’edilizia privata camminano di pari passo con la realizzazione di una discarica funzionale a questi interventi.

Ma la somma di 150 milioni è stata stimata prima dell’aumento dei prezzi, evidenzia il sindaco, facendo capire che il costo effettivo sarà più alto. “Stiamo lavorando col ministero per i canali di finanziamento” e l’augurio è che “da qui ai prossimi tre o quattro anni possiamo iniziare i lavori, tenendo conto della progettazione da completare, dei finanziamenti e delle procedure di gara”, ipotizza il primo cittadino.