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Da Spelacchio a Vittorio, gli alberi di Natale hanno sempre una seconda vita

I grandi abeti di Natale, come tutti gli alberi del resto, non muoiono mai veramente. Dopo il loro utilizzo durante le festività, gli alberi possono infatti continuare ad essere utili alle città trasformandosi in arredi per esterni, in opere d’arte, utensili o altro. Questo vale sia per gli alberi provenienti da foreste certificate PEFC, come adesempio nel caso di Roma, Milano, Trento, Londra, Bruxelles, ma anche per tutti gli altri alberi acquistati dalle amministrazioni locali.

“Una delle caratteristiche più eccezionali del legno è quella di poter avere sempre una seconda vita – dichiara Antonio Brunori, segretario PEFC Italia -. A Milano ad esempio l’albero “Vittorio” di piazza Duomo si trasformerà in arredi per esterni, a Roma l’abete “Rigoglio” di piazza San Pietro diventerà giocattoli di legno. Anche un abete di 22 metri come il celeberrimo “Spelacchio” di Roma potrebbe potenzialmente trasformare i suoi due metri cubi di legno in arredi o in migliaia di matite per studenti. Lo smaltimento corretto delle alberature cittadine giunte a fine vita è prima di tutto un gesto simbolico, capace di mostrare a tutta la cittadinanza il valore di un albero non solo come passeggero abbellimento nel periodo natalizio, ma anche come fonte di nuova vita (compost) o di nuovi oggetti nella lunga durata.

Spetta alle amministrazioni locali questo compito: noi come PEFC siamo pronti a supportarle, dando voce a questi “testimonial” per promuovere un modello di economia circolare replicabile agli altri 12 miliardi di alberi presenti nei parchi urbani e nei boschi italiani”.