Home Ambiente Via libera al rigassificatore di Piombino ma solo per tre anni

Via libera al rigassificatore di Piombino ma solo per tre anni

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Un accordo che ha il sapore del compromesso e lascia gli enti locali in vigile monitoraggio. Dopo settimane di confronto e proteste, l’incontro di ieri tra il ministero della Transizione ecologica (MITE) e la regione Toscana si è risolto con il via libera all’installazione del rigassificatore galleggiante di SNAM nel porto di Piombino, in provincia di Livorno. La condizione vincolante è sulla tempistica: la nave potrà rimanere nel porto per tre anni e non per i 25 inizialmente ipotizzati. Al termine del periodo indicato, il rigassificatore potrebbe essere trasferito off shore, al largo della costa toscana, ma non ci sono ancora molti dettagli.

La Golar Tundra è una nave rigassificatrice lunga quasi 300 metri e larga 40, in grado di produrre 5 miliardi di metri cubi l’anno, ovvero circa il 6,5% del fabbisogno nazionale, che Snam ha acquistato per compensare, almeno in parte, le minori forniture di gas dalla Russia e contribuire alla sicurezza energetica nazionale nei tempi stabiliti dal piano del Governo.

La sua installazione nel porto di Piombino era stata annunciata, abbastanza di sorpresa, alcune dichiarazioni del ministro Cingolani a inizio aprile. Le amministrazioni locali, non ancora aggiornate sui dettagli dell’operazione, si sono immediatamente allarmate per le possibili ricadute ambientali di questa ingombrante presenza. In seguito alle proteste, il 9 giugno il governo aveva deciso di nominare commissario il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, così da trovare un accordo e sveltire le autorizzazioni.

L’accordo sul rigassificatore

All’incontro di ieri erano presenti il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, i rappresentanti della Presidenza del Consiglio, il capo di Gabinetto, Antonio Funiciello, e il consigliere economico, Francesco Giavazzi, il Commissario straordinario per il rigassificatore e presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, l’amministratore delegato di SNAM, Stefano Venier e i rispettivi staff.

Il Commissario Giani ha presentato le istanze del territorio e l’amministratore delegato di Snam ha illustrato le caratteristiche tecniche del progetto. Si è concordato che il rigassificatore verrà posto in opera presso la banchina il prima possibile, per un periodo non superiore a tre anni, in modo da garantire la sicurezza energetica nazionale a partire dal 2023. Nel contempo Snam identificherà un sito alternativo che ne consenta un utilizzo per un periodo più lungo.

Tutti d’accordo sull’istituzione di un tavolo di lavoro che coinvolga tutte le parti per monitorare l’andamento dei lavori e per concordare le istanze del territorio relative ad alcuni progetti di rilevante impatto ambientale ed economico, così come segnalati dal Commissario con un memorandum su Piombino.

Le preoccupazioni sulla ricaduta ambientale

La presenza del Golar Tundra preoccupa gli enti locali e la comunità di zona per due ragioni. La prima è legata al cloro che quotidianamente sarà scaricato in mare (fino a ai 50 chilogrammi al giorno), il cui impatto sull’ambiente marino preoccupa i pescatori della zona, che temono danni per i loro allevamenti di pesce e cozze, tra i principali in Italia.

La seconda deriva dall’installazione di un tubo lungo 8 chilometri, necessario per mettere in collegamento la nave con il primo punto di accesso alla rete di distribuzione del gas sulla terraferma. Il tubo passerà nell’area industrializzata di Piombino e dovrà essere realizzato o sottoterra, con indispensabili attività di bonifica e messa in sicurezza del suolo, oppure a cielo aperto a discapito delle attività presenti nell’area interessata.

Come funziona il rigassificatore

La Golar Tundra è una nave che può essere utilizzata sia per il trasporto di gas liquefatto sia come impianto di rigassifazione. Il gas naturale liquefatto (GNL o LNG) occupa un volume circa 600 volte inferiore rispetto a quando si trova allo stato gassoso e di conseguenza una metaniera può trasportane quantità molto maggiori. Il trasporto avviene all’interno di grandi cisterne a una pressione poco superiore a quella atmosferica, ma a una temperatura di -162 °C.

Nei rigassificatori, il GNL torna allo stato gassoso grazie a un processo di riscaldamento controllato, all’interno di un impianto che ha un volume adeguato per permettere l’espansione del gas. In seguito il gas viene immesso nella rete e distribuito nelle abitazioni, nelle aziende e utilizzato nelle centrali a gas per la produzione di energia elettrica.

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