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Centrale nucleare di Latina: demoliti gli schermi dei boiler

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Foto di Ra Boe / Wikipedia, CC BY-SA 3.0 de

Sono terminati i lavori di demolizione degli schermi dei generatori di vapore (boiler) dell’edificio reattore della centrale nucleare di Latina, la prima realizzata in Italia. Sogin conclude così la fase 1 del decommissioning dell’impianto pontino – affidata a DAF Demolizioni – che porterà allo smantellamento dell’edificio reattore.

Gli schermi demoliti consistevano in sei strutture in calcestruzzo armato che isolavano le condotte superiori di collegamento fra i boiler e l’edificio reattore. Ogni schermo era costituito da due parti: un elemento superiore orizzontale, collegato all’edificio reattore, di circa 145 tonnellate e uno inferiore verticale, in uscita dai boiler, di circa 50 tonnellate.

La tecnica di demolizione

La tecnica adottata da Sogin per la loro rimozione è la demolizione controllata con taglio in quota, a circa 50 metri d’altezza, mediante disco diamantato, e la successiva movimentazione a terra dei blocchi sezionati, di circa 2 tonnellate ciascuno, con gru a torre appositamente installata. In seguito è stato effettuato il trasferimento dei singoli blocchi in un’area attrezzata per separare il ferro dal calcestruzzo. Una soluzione ingegneristica che ha garantito la massima sicurezza nello svolgimento dei lavori e il minimo impatto per le strutture. I lavori hanno prodotto complessivamente circa 1.200 tonnellate di materiale che, dopo gli opportuni controlli radiometrici, verranno allontanate dal sito e inviate a recupero.

Recupero del 93% dei materiali

Complessivamente, lo smantellamento della centrale di Latina produrrà circa 319 mila tonnellate di materiali. Di queste, saranno inviate a recupero circa 297 mila tonnellate (il 93%), per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo.

La rimozione della grafite

Per intervenire sul reattore vero e proprio, contenente la grafite, sarà necessario attendere il Deposito nazionale che l’Italia aspetta da tempo. Nel frattempo i tecnici Sogin hanno avviato uno studio – unico in Italia e nel mondo, insieme a un analogo progetto francese – sulle modalità più opportune per la rimozione della grafite dal reattore.