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Coronavirus, FISE: mancano le mascherine per tutti gli operatori

Le attività di igiene ambientale e gestione rifiuti rischiano di bloccarsi in diverse aree del Paese a causa dell’assenza di dispositivi individuali di protezione (DPI) per tutti i 90mila addetti del settore che ogni giorno, anche in piena emergenza COVID-19, stanno continuando a garantire i servizi pubblici ed essenziali di raccolta e gestione dei rifiuti urbani e speciali. Per venire incontro alle nuove esigenze di sicurezza l’associazione chiede al Governo di assicurare un adeguato rifornimento di questi dispositivi, tra cui le mascherine, alle imprese del settore e di valutare in questa fase di emergenza misure fiscali sui DPI per supportare le aziende.

La denuncia e la proposta sono contenute in una lettera indirizzata da FISE Assoambiente, (l’Associazione che rappresenta le imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) al Ministro dell’Ambiente.

L’Associazione chiede al Ministero dell’Ambiente, ad oggi assente, di attivarsi urgentemente allo scopo di fornire disposizioni chiare e coordinate, per ora lasciate solo all’iniziativa di poche Regioni, verso un settore che si trova, da un lato, impegnato pur in questo critico momento nel garantire servizi essenziali non interrompibili e, dall’altro, a far fronte ad una crescente complessità organizzativa, in un contesto di tendenziale riduzione del personale addetto ai servizi: una criticità che richiede un indirizzo chiaro, uniforme e concreto da parte delle Autorità centrali e la garanzia di adeguato stock di DPI alle aziende al fine di poter operare in piena sicurezza.

Il problema non è più rinviabile, in quanto le imprese sono oggi costrette a centellinare i dispositivi di sicurezza in dotazione ai dipendenti; senza la garanzia di adeguati rifornimenti di questi strumenti, le imprese non potranno assicurare il servizio.

Per venire incontro alle nuove esigenze di sicurezza l’associazione chiede inoltre al Governo di valutare l’imposizione di un’IVA agevolata (al 4%) per questi dispositivi e la possibilità di detrarre i costi relativi in forma maggiorata. Un’agevolazione fiscale che potrebbe alleggerire lo stato economico delle aziende in questa fase emergenziale e tutelerebbe fortemente i lavoratori.

Sul tema dell’aumento dei costi, l’Associazione segnala inoltre che il costo delle mascherine utilizzate dai lavoratori del settore è oggi raddoppiato e che quindi occorre monitorare attentamente l’andamento dei loro costi sul mercato al fine di evitare eventuali distorsioni.