Home Ambiente Cosa c’è nel nuovo Green Deal europeo

Cosa c’è nel nuovo Green Deal europeo

Mille miliardi per dimezzare le emissioni entro il 2030 e azzerarle nel 2050. Tutto passerà dal “Meccanismo per una transizione giusta”, che stanzia 100 miliardi per i prossimi dieci anni con l’obiettivo di aiutare le regioni più svantaggiate

La commissione europea ha presentato al Parlamento europeo, riunito in Plenaria a Strasburgo, il piano finanziario per attuare gli obiettivi dell’European Green Dealgià annunciato lo scorso dicembre, fra cui, prima di tutto, la neutralità climatica entro 2050. Il piano, in discussione all’assemblea, chiarisce come si intende procedere nella distribuzione dei fondi, a quali regioni saranno destinati e le cifre messe a disposizione. “Dobbiamo passare all’azione e mettere in atto il nostro patto verde per l’Europa: il lavoro per farlo inizia oggi” ha commentato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, prima di lasciare in mano a Frans Timmermans – primo vicepresidente della Commissione europea e responsabile del piano verde – e Valdis Dombrovskis – vicepresidente per le politiche economiche europee, con delega ai servizi finanziari – i dettagli del piano.

Piano per gli investimenti sostenibili

In totale il piano punta a mobilizzare 1000 miliardi di euro nei prossimi dieci anni fra fondi del bilancio europeo – si pensa ad almeno il 25 per cento del totale dedicato a progetti verdi, una cifra che equivale a 485 miliardi di euro fino al 2030 – cofinanziamento dei privati e prestiti dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). Questo sempre con l’obiettivo di ridurre del 40 per cento le emissioni entro il 2030 e azzerarle nel 2050. La Bei, ad esempio, ha già annunciato, da parte sua, che il 50 per cento degli investimenti entro il 2025 saranno dedicati a progetti green.

Il Just Transition Mechanism

Il piano si avvale fondamentalmente uno strumento: il Fondo di transizione giusta, chiamato ad aiutare le aree che saranno economicamente e socialmente più in difficoltà nella fase di transizione economica. In particolare, vengono stanziate ingenti somme di denaro per la transizione energetica delle aree che nel continente sono maggiormente dipendenti dalle industrie inquinanti e quindi più svantaggiate. L’inclusività e la crescita sono alla base del meccanismo che prevede 100 miliardi di euro nel periodo 2021-2027. L’obiettivo è implementare nuove tecnologie, favorire la transizione e preservare i posti di lavoro. Per farlo, spiega Timmermans, verranno messi anche a disposizione 7,5 miliardi di euro dalle casse dell’Ue, un accesso dedicato alle regioni più vulnerabili alla piattaforma InvestEU con l’obiettivo di smuovere fondi privati per circa 45 miliardi di euro e prestiti dalla Bei per progetti sostenibili.

L’opposizione polacca

Nonostante a dividersi la fetta più grande saranno Germania e Polonia, per le loro regioni dipendenti dal carbone, Varsavia non è ancora pienamente convinta del piano. Anzi è l’unico paese ad opporsi rifiutando di aderire all’obiettivo europeo di neutralità climatica per il 2050, in quanto c’è preoccupazione per i costi economici e sociali che può comportare. Infatti, si sostiene dalla Polonia, i sistemi energetici e l’economia sono ancora troppo dipendenti dal carbone e dalla lignite per riuscire a raggiungere l’obiettivo nei tempi prefissati.