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Clima: Galletti, accordo di Parigi non negoziabile

Il ministro da Lussemburgo: “Siamo tra i più virtuosi d’Europa”

Da Lussemburgo, dove ha partecipato al Consiglio ambiente Ue, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ribadisce: “L’accordo di Parigi non è negoziabile: è l’unico strumento a disposizione dell’Europa per combattere i cambiamenti climatici”.

Ma è importante mantenere un dialogo con gli Stati Uniti. “Oggi il tema – ha osservato – è convincere gli Usa a rientrare nell’accordo di Parigi. Affinché ciò avvenga, abbiamo bisogno di mantenere un dialogo aperto, così come abbiamo fatto nel corso del G7 Ambiente di Bologna arrivando a un documento unitario, sebbene una nota a piè di pagina degli Usa precisasse la posizione ufficiale di Trump e del suo Governo”.

Io credo – ha aggiunto Galletti – che il margine di trattativa stia nei fatti: stare oggi nell’accordo di Parigi conviene non solo per motivi ambientali ma anche per motivi economici. Fare oggi economia verde, economia ambientale, economia circolare, con un uso efficiente delle risorse e investendo sulle energie rinnovabili, vuol dire fare il bene dell’economia. Dobbiamo continuare, dunque, a dialogare con gli Stati Uniti riuscendo a far capire questo: qual è la bontà della nuova economia”.

Il ministro ha notato che “il nostro Paese ha fatto e continua a fare la sua parte nella lotta ai cambiamenti climatici, a livello internazionale ed europeo, come è stato riaffermato con forza in occasione del G7 Ambiente di Bologna. Siamo tra i più virtuosi d’Europa e lo abbiamo dimostrato con i fatti. L’Italia è tra i primi Paesi europei ad aver raggiunto già nel 2015 tutti gli obiettivi previsti dal pacchetto Ue clima-energia al 2020: l’obiettivo sull’efficienza energetica, quello sulle energie rinnovabili e il ‘target non ETS’”.

Al Consiglio ambiente Ue si è affrontata la questione dell’”effort sharing”, ovvero la riduzione delle emissioni dei settori non inclusi nell’ETS (come la piccola industria, i trasporti, l’edilizia, i servizi e il settore civile). “Proprio grazie al surplus dell’Italia – ha continuato Galletti – rispetto al target 2020, pari a 217 milioni di tonnellate di Co2 equivalente, altri Paesi europei potranno concorrere al raggiungimento dell’obiettivo al 2030 con target nazionali ragionevoli“.

Come ha detto il ministro, “l’Italia non mette in discussione l’obiettivo previsto per il 2030 e vuole preservare l’integrità ambientale del pacchetto che è composto da due proposte: ‘effort sharing’ e LULUCF (per le emissioni del settore agricolo-forestale). Su quest’ultimo l’Italia chiede una piena contabilizzazione di tutte le categorie, inclusa una revisione del livello di riferimento per la gestione forestale basata su dati e parametri oggettivi”.

Da alcuni Stati membri, invece – ha aggiunto Galletti -, sono state avanzate proposte di contabilizzazione poco robuste e non trasparenti che minerebbero l’integrità e la credibilità dell’intero settore”.

Rimango fiducioso – ha concluso – che ci sia il margine per trovare una soluzione equa, equilibrata ed ambiziosa“.