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Cortina: iniziata la demolizione della storica pista da bob

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La pista da bob "Eugenio Monti" di Cortina D'Ampezzo (foto: Comitato Civico Cortina)

Sono partiti i lavori di demolizione controllata della pista da bob Eugenio Monti a Cortina d’Ampezzo, in vista della costruzione del nuovo Sliding centre che sarà adibito a ospitare le discipline del bob, parabob, slittino e skeleton per i Giochi olimpici e paralimpici invernali 2026. Un’opera da 93 milioni di euro, che porterà con sé anche la riqualificazione ambientale di sette ettari della zona del bosco di Ronco.

La demolizione costa circa 2 milioni e 200 mila euro e rientra nel primo stralcio funzionale dell’intervento di riqualificazione della pista protagonista dei Giochi del 1956, oltre che di uno dei film di James Bond. Definitivamente chiusa nel 2008, versa da allora in stato di degrado.

L’intervento di demolizione durerà 60 giorni ed è stato affidato a Unica S.p.A, azienda specializzata in bonifiche, recupero e sviluppo di territori urbani e di aree industriali dismesse. L’obiettivo è preservare le condizioni morfologiche e altimetriche del sedime della pista storica, radicata all’interno di un palinsesto fortemente identitario per la comunità locale, salvaguardando sia il “patrimonio materiale” costituito dai manufatti esistenti e dalle porzioni del tracciato del sedime storico inserite nel contesto paesaggistico, sia il “patrimonio immateriale” delle memorie di accadimenti sportivi di importanza mondiale. I

“Attività abbastanza complessa che si inserisce nell’ambito di un grande programma di creazione di nuovi impianti – racconta ad Askanews Paolo Andreini, presidente di Unica S.p.A – È molto complessa sia per la collocazione sia per la difficoltà di gestire correttamente un flusso di rifiuti derivati dall’attività su un manufatto che nel corso degli anni ha subito pesanti contaminazioni”.

Unica punta al recupero, riutilizzo e riciclo dei materiali dimessi, per un modello di business basato sull’economia circolare: “Sarà una demolizione selettiva – precisa il presidente di Unica S.p.A – partendo dallo svuotamento degli impianti contenenti fluidi refrigeranti e comunque tutti i fluidi necessari alla manutenzione della pista, alla demolizione della parte impiantistica e quindi la demolizione della pista stessa con un controllo costante dei rifiuti prodotti per avviarne il più possibile al recupero”.

La sfida dell’azienda, nata dalla recente fusione di due importanti player del settore del calibro di Unica e Noldem, è rrivare a una completa circolarità dei processi produttivi anche grazie a impianti di recupero di rifiuti di prossima realizzazione e acquisizione: “Abbiamo individuato una serie di processi per cui tutto quello che è frutto delle nostre attività di demolizione viene destinato al recupero come nuova materia prima – spiega ancora Andreini – Un processo virtuoso prevede recuperare il più possibile e creare meno danni possibili all’ambiente”.