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Il CIC celebra il suo anniversario: “Venticinque anni di impegno nel ciclo virtuoso di recupero dei rifiuti”

Raccolte oltre 65 milioni di tonnellate di frazione organica ed evitate 44 milioni di tonnellate di CO2. Ora il futuro si gioca su nuovi impianti, diffusione del biometano per la mobilità e maggiore utilizzo del compost per rifertilizzare i suoli

Oltre 65 milioni di tonnellate di rifiuti raccolte, che sono state trasformate in 23,5 milioni di tonnellate di compost, con 44 milioni di tonnellate di CO2 equivalente evitate. Sono alcune delle performance relative ai primi 25 anni di attività del CIC, il Consorzio Italiano Compostatori che ha celebrato la ricorrenza oggi a Roma alla presenza, tra gli altri, del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, del Vice Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero e di Simona Bonafè, membro della Commissione Ambiente al Parlamento Europeo. Un incontro proiettato anche sul futuro di una filiera che, partendo da un rifiuto, è in grado di produrre non solo compost di elevata qualità, ma anche combustibili puliti che potranno alimentare automobili e mezzi di trasporto pubblico, oltre a composti naturali utili per l’agroindustria, l’agricoltura e la farmaceutica.

Primo settore in Italia nella raccolta differenziata urbana

La raccolta della frazione organica (frazione umida + frazione verde) rappresenta oggi il primo settore di recupero in Italia con il 43% dei rifiuti urbani raccolti in maniera differenziata: un comparto in crescita costante (+10% l’anno in media dal 2007 a oggi) e totalmente autosufficiente che ha registrato una continua evoluzione industriale, tecnologica e ambientale. Molte delle 127 aziende associate- con 308 impianti attivi che trattano 8,1 milioni di tonnellate di rifiuto organico ogni anno – si stanno trasformando in bioraffinerie, veri e propri poli tecnologici che, oltre al compost, producono anche biogas e biometano. Oggi la filiera conta 9.000 addetti e 1,7 miliardi di euro di fatturato.
Le performance ambientali dei primi 25 anni

Nei 25 anni di attività, il CIC ha raccolto e sottratto alle discariche oltre 65 milioni di tonnellate di rifiuti, che avrebbero occupato un volume di oltre 100 milioni di metri cubi, uno spazio grande come 5 volte il Colosseo.Questa enorme mole di rifiuti è stata trasformata in 23,5 milioni di tonnellate di compost, contribuendo a stoccare nel terreno oltre 7 milioni di tonnellate di sostanza organica. Dal momento che per ogni chilogrammo di rifiuto organico non smaltito si evitano 0,68 kg di CO2 equivalente, il settore del trattamento biologico (compostaggio e digestione anaerobica) ha evitato 44 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.

I vantaggi agronomici ed economici dell’impiego del compost

Negli ultimi 25 anni sono state prodotte 23,5 milioni di tonnellate di ammendanti compostati, che hanno reso disponibili 300.000 tonnellate di azoto, 190.000 di potassio e 170.000 di fosforo sul mercato dei fertilizzanti. L’utilizzo del compost in sostituzione di altri prodotti per la fertilizzazione, come i concimi minerali e di sintesi, ha portato ad una riduzione dei costi di circa 650 milioni di euro nel settore agricolo; il 33% del compost prodotto in Italia, inoltre, è a Marchio “CIC” il che ne garantisce un elevato standard di qualità. Il CIC ha anche stimato che basterebbe aumentare dello 0,1% la sostanza organica nei suoli, tramite l’utilizzo di compost, per azzerare la CO2 del sistema dei trasporti nazionale; il compost è inoltre fondamentale per scongiurare il depauperamento dei suoli e il rischio di desertificazione.

Le previsioni per i prossimi anni

Dal 2000 a 2015 la raccolta differenziata dell’organico è cresciuta con una media annua del 10%, passando da 1,3 a 6,1 milioni di tonnellate. Sulla base di questi risultati si stima che nel 2025, con un servizio di raccolta esteso a tutti i comuni italiani, ben 9 milioni di tonnellate di rifiuto organico entreranno nel circuito della raccolta differenziata: ciò comporterà un netto aumento sia del fatturato che del numero di occupati nel settore, che potrebbero raggiungere rispettivamente 2,4 miliardi di euro e 13.000 addetti. Considerando l’attuale produzione di biorifiuto, se il rifiuto organico raccolto fosse interamente trattato negli impianti integrati di digestione anaerobica e compostaggio, il biometano prodotto (400 Milioni di m3) potrebbe essere usato per alimentare circa l’80% della flotta utilizzata per la raccolta dei rifiuti stessi.

Le proposte del CIC

La filiera di valorizzazione del biorifiuto – spiega il presidente del CIC, Alessandro Canovai – è strategica, oltre che per le grandi potenzialità industriali derivanti dallo sfruttamento del biometano, soprattutto per l’importanza vitale della restituzione ai suoli della sostanza organica attraverso l’utilizzo del compost. Il nostro auspicio, quindi, è che si intervenga per sostenere questa filiera favorendo l’utilizzo del compost in agricoltura, o prevedendo l’inserimento del compost negli acquisti verdi della Pubblica Amministrazione (GPP) in tutti quegli interventi dove si prevede l’uso di composti organici come parchi pubblici ed aziende agricole pubbliche. E’ ormai improcrastinabile un serio piano di infrastrutturazione impiantistica per le aree cronicamente carenti (parte del Centro e Sud del paese) e in alcune grandi città, a partire da Roma, pensando ai nuovi poli tecnologici, come le bioraffinerie, in grado di trasformare rifiuti in nuove risorse, con grandi vantaggi anche per l’occupazione”.