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“Un Vice Ministro con delega ai servizi per rilanciare economia e occupazione del Paese”

Negli ultimi anni di crisi industriale (2009-2014) dai servizi +141.000 occupati e aumento di produzione di PIL per 21 mld. La richiesta della Federazione Imprese di Servizi al Governo.

Gianni Luciani, Presidente FISE.

“Un Vice Ministro con delega al vasto mondo dei servizi presso il Ministero dello Sviluppo Economico e un Tavolo Permanente di confronto tra Governo e imprese dei Servizi per cogliere a pieno sfide e potenzialità di un settore che negli anni di crisi ha mantenuto performance positive, garantendo posti di lavoro (+141 mila addetti dal 2009 al 2014) e che nei prossimi potrà trainare la ripresa economica e occupazionale del Paese”.

E’ questa la proposta avanzata stamane da Gianni Luciani, Presidente FISE – Federazione Imprese di Servizi di Confindustria nel corso della Tavola Rotonda promossa dall’Associazione a Roma dal titolo “Concorrenza e Lavoro – Una regolamentazione per il futuro dei servizi”, che ha visto l’ampia partecipazione di rappresentanti politici e governativi, del mondo imprenditoriale e scientifico.

L’evento è stato aperto dalla presentazione di un’indagine della Fondazione CENSIS sul punto di vista delle imprese aderenti a FISE sul mercato dei servizi e sulle sue tendenze. Negli ultimi anni di crisi economica (2009-2014) nell’industria si sono persi più di 1 milione di posti di lavoro, mentre nei servizi “di supporto” il dato sull’occupazione ha fatto registrare un significativo incremento (+141.000 addetti).

La crescita della rilevanza del “terziario” nell’economia è stata costante e graduale, a fronte di una crisi che, soprattutto negli ultimi anni, ha prodotto perdite nel manifatturiero. Se nel 1970 la quota di PIL ascrivibile ai servizi era pari al 37,1%, nel 2014 questa è salita al 53,3%; nello stesso lasso temporale la quota di occupati a tempo pieno nel settore è cresciuta dal 24,5% al 42,3%. Di contro dal 1970 al 2014 la quota di PIL del manifatturiero è scesa dal 25,9% al 15,5%, mentre la quota di occupati è passata dal 23,9% al 14,6%.

Dati, questi, che attestano il costante processo di “terziarizzazione” della società italiana, testimoniato anche dal costante calo delle spese delle famiglie per l’acquisto di beni (durevoli: -3,4%; semidurevoli: -1,3%; non durevoli: -0,3%) e dal contestuale aumento della quota investita sui servizi (+5%). Ulteriore conferma, infine, viene dal forte sviluppo di settori come il Facility Management dei patrimoni immobiliari che conta 135 miliardi di fatturato potenziale stimato e oltre 2,5 milioni di lavoratori impiegati.

“I trend degli ultimi anni”, sottolinea il CENSIS, “lasciano intendere che proprio i servizi, se assistiti da regole di riferimento chiare e certe, potranno trainare la ripresa attraverso il rilancio dell’occupazione e dei consumi interni”. Perché si pongano le necessarie premesse è necessario però che le istituzioni prestino adeguata attenzione a questo settore, in particolare alla normativa sugli appalti pubblici di servizi, non solo per evitare preoccupanti derive verso l’illegalità, ma soprattutto per garantire servizi efficienti per i cittadini, una razionalizzazione della spesa pubblica e consentire lo sviluppo di comparti produttivi che fanno parte integrante di tutto il sistema Paese e delle sue capacità competitive.

Primi segnali positivi, sul fronte normativo, sono contenuti all’interno del Disegno di Legge delega per il recepimento delle Direttive Europee sugli Appalti pubblici e concessioni, che ad oggi prevede: il tendenziale superamento del massimo ribasso, l’individuazione di strumenti di qualificazione delle Stazioni appaltanti e delle imprese, un’attenzione alle specifiche peculiarità dei servizi, con particolare riguardo a quelli labour intensive e, infine, l’innovativo riconoscimento del Ministero dello Sviluppo Economico tra i Dicasteri chiamati al concerto per la definizione del nuovo Regolamento attuativo del Codice dei contratti pubblici.

Ma non basta!

“Chiediamo al Governo”, ha ribadito il Presidente FISE, Gianni Luciani, “di compiere finalmente un salto culturale, configurando i servizi non più come un costo da tagliare, ma come un fattore produttivo per scuole di qualità, ospedali di qualità, servizi pubblici e privati di qualità, un moltiplicatore di nuova occupazione stabile su tutto il territorio nazionale. A tal fine auspichiamo l’apertura di un Tavolo istituzionale permanente presso il Ministero dello Sviluppo Economico, come accade per altri settori strategici per il nostro Paese, con l’obiettivo di attivare un confronto tra Governo e imprese di servizi e cogliere a pieno sfide e potenzialità del settore”.

“Un Viceministro con delega specifica al vasto mondo dei servizi”, ha concluso Luciani, “rappresenterebbe il naturale compimento di quella nuova cultura politica verso il mercato e l’economia che questo Governo ha dimostrato di avere”.