Home Rifiuti Stretta all’export di rifiuti fuori dall’Europa

Stretta all’export di rifiuti fuori dall’Europa

export-rifiuti-europa

Nascondere i rifiuti sotto il tappeto dei Paesi extra europei non fa bene a nessuno, occorre una stretta all’export di rifiuti per il bene dell’ambiente e – se questo non basta – dell’economia europea, considerato che i rifiuti spediti fuori confine alimentano i traffici illegali.

Martedì 17 gennaio durante la plenaria il Parlamento Europeo ha adottato la sua posizione negoziale su una nuova legge per l’esportazione dei rifiuti UE nei paesi fuori dall’unione. Il voto ha visto 594 favorevoli, 5 contrari e 43 astenuti. Il vigente regolamento europeo sull’esportazione di rifiuti, entrato in vigore nel 2006, non è infatti sufficientemente stringente: l’export è cresciuto del 75% a partire dal 2004, raggiungendo le 32,7 milioni di tonnellate l’anno. Gli europarlamentari hanno visto la necessità di rendere più limitanti le regole che tutelano ambiente e salute normando la gestione dei rifiuti comunitari.

“La nostra posizione ambiziosa per i prossimi negoziati con i Paesi UE è stata appena approvata da un’ampia maggioranza in Plenaria – dichiara la relatrice Pernille Weiss (PEE,DK) – Dobbiamo trasformare i rifiuti in risorse nel mercato comune e, quindi, prenderci più cura del nostro ambiente e della nostra competitività. Le nuove regole ci permetteranno anche di combattere più facilmente la criminalità legata ai rifiuti all’interno e all’esterno dell’UE. Inoltre, con il divieto di esportazione dei rifiuti di plastica da noi proposto, stiamo spingendo per un’economia molto più innovativa e circolare, ovunque sia coinvolta la plastica. Questa è una vera vittoria per le prossime generazioni”.

Per raggiungere anche l’obiettivo “inquinamento zero” gli eurodeputati vietano le esportazioni dei rifiuti prodotti in Unione Europea verso i paesi extraUE, con qualche eccezione da definire. Il parlamento si è espresso vietando l’esportazione dei rifiuti pericolosi in paesi non Ocse, mentre per quelli non pericolosi le esportazioni proseguiranno verso i paesi non Ocse solo se questi dimostreranno di avere meccanismi di gestione virtuosi.

Tra gli obiettivi si aggiunge quello di contrastare il mercato nero, la cui percentuale di export illegale oscilla tra il 15% e il 30%, circa  9,5 miliardi di euro annui, e una più corretta gestione dei rifiuti derivanti dalla plastica. Per questi ultimi, i deputati vogliono progressivamente vietarne l’esportazione verso le mete non Ocse, e virano verso una graduale eliminazione, entro quattro anni, dell’esportazione della plastica verso i paesi Ocse.

A seguito della posizione adottata dal parlamento si apre la fase di negoziazione con i governi dei singoli Stati: in Italia ad esempio vi è un divieto sull’export dei rifiuti destinati a discariche o termovalorizzatori verso paesi Ue. Questa legge prevede in ogni caso delle deroghe qualora non fosse possibile smaltire i rifiuti in modo “tecnicamente fattibile ed economicamente praticabile nel paese in cui sono stati prodotti”.